Si chiamava Salvatore Rosano ed era di origini calabresi il detenuto che si é suicidato impiccandosi nella sua cella del carcere di Vigevano (PV). E’ stato soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale, ma è deceduto poco dopo. Rosano, 55 anni, da molti anni trasferitosi in Lombardia e dipendente dell’Atm, l’azienda di trasporti di Milano, era stato arrestato il 3 dicembre scorso per una rapina che aveva fruttato un bottino di appena 55 euro. Mancavano due anni alla fine della pena. Secondo il suo legale, l’avvocato Rocco Domenico Ceravolo, del Foro di Palmi, “la morte di Rosano poteva essere evitata solo se il magistrato di sorveglianza avesse considerato con il dovuto buon senso quanto gli era stato rappresentato. E cioè che trattavasi di soggetto fragile, com’era stato documentato attraverso la produzione di un’apposita certificazione, e che già quando era in stato di libertà aveva tentato di porre in essere atti della stessa natura.
Rosano, tra l’altro, aveva non soltanto restituito il provento dalla rapina, ma aveva anche risarcito il danno alla parte offesa”. “Avevamo chiesto al magistrato, in attesa che il Tribunale di sorveglianza valutasse l’applicazione di una misura alternativa alla detenzione – ha detto ancora l’avvocato Ceravolo – di scarcerare Rosano, affidandolo in via provvisoria ai servizi sociali. Ma il magistrato, senza approfondimento alcuno riguardo lo stato depressivo del detenuto, che, si ripete, era stato segnalato, si è limitato ad argomentare su inesistenti, quanto immaginari pericoli, in attesa della ‘relazione di sintesi’ dal carcere. Attesa
durante la quale l’uomo si è suicidato”.
Si tratta del nono suicidio di questo tipo in Italia in meno di un mese, a cui si aggiunge quello di un agente di polizia penitenziaria. Numeri che secondo il sindacato della Polizia Penitenziaria UILPA rischiano di superare quelli – già da record negativo – del 2024, che ha contato 89 reclusi e 7 agenti suicidi. “Il tanto sbandierato Decreto Carceri palesemente, non ha prodotto alcun effetto tangibile”, è il commento del Segretario Generale Gennarino De Fazio, che punta il dito contro il sovraffollamento e la carenza di organico.