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domenica, 16 Marzo, 2025
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Batterio killer in ospedale a Verona, 4 bambini morti e 96 quelli colpiti

Sarebbe stato annidato in un rubinetto dell’acqua utilizzata dal personale della Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona il Citrobacter, batterio che sarebbe stato la causa della morte di quattro bambini tra la fine del 2018 e quest’anno, e che ha indotto i responsabili sanitari alla sua chiusura. Il Citrobacter ha ucciso Leonardo a fine 2018, Nina a novembre 2019, Tommaso a marzo scorso e Alice il 16 agosto scorso. Altri nove hanno riportato lesioni cerebrali permanenti mentre sarebbero addirittura 96 quelli colpiti dal batterio.
È la conclusione a cui giunge la relazione di una delle due commissioni nominate dalla Regione Veneto.Si tratta della cosiddetta «commissione esterna», coordinata da Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova. Un’altra relazione, che sarà consegnata alla Prociura della repubblica di Verona, è composta da membri interni all’amministrazione regionale. Secondo le conclusioni della commissione esterna, il Citrobacter avrebbe colonizzato il rubinetto probabilmente a causa di un mancato o parziale rispetto delle misure d’igiene; un altro errore potrebbe essere stato di ricorrere all’acqua del rubinetto e non ad acqua sterile. I primi controlli da parte dei vertici dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona erano stati avviati a gennaio poi erano stati interrotti a causa dell’emergenza Coronavirus.
L’intero reparto di Ostetricia – Punto nascite, Terapia intensiva neonatale e Terapia intensiva pediatrica – è stato riaperto oggi, dopo che il 12 giugno scorso il direttore generale dell’Aou veronese, Francesco Cobello, ne aveva disposto la chiusura, procedendo alla totale sanificazione degli spazi.

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