Dei 313 casi Covid registrati nel bollettino della Regione Calabria, ben 122 vengono dalla provincia di Cosenza. Un dato certificato dal quotidiano bollettino dell’Azienda sanitaria provinciale bruzia.
Restano 9 i pazienti ricoverati all’ospedale dell’Annunziata, otto nel reparto di Malattie infettive e uno in Rianimazione.
I pazienti affetti da Covid che possono svolgere la loro degenza a domicilio sono 113 e, rispetto al giorno precedente, se ne segnalano 5 in più.
Uno è riconducibile alla struttura d’accoglienza per migranti di Rende che, fra ospiti e operatori, ora conta 23 contagiati. Proprio per questo motivo, il Comune di Rende, ha intensificato i controlli fra chi è entrato in contatto con chi ha orbitato intorno alla struttura di Santo Stefano di Arcavacata.
Gli altri quattro casi sono tutti riconducibili a rientri da altre regioni o da contatti con persone già contagiate e fanno registrare un nuovo contatto a Mandatoriccio, Paludi, Pietrafitta e Corigliano Rossano che porta i casi Covid domiciliati a 16, lo stesso numero della città di Cosenza.
Oltre a un paziente di Lamezia Terme e uno di Rocca di Neto che si trovano sul territorio bruzio, il resto della situazione cosentina resta invariata rispetto al giorno precedente.
Restano 26 i casi ad Amantea, il Comune più colpito dal Covid per via del focolaio del centro migranti di Ninfa Marina seguito dai numeri di Rende, Cosenza e Corigliano Rossano.
Più contenuti i numeri di Cassano con 6 pazienti Covid; quattro a Montalto Uffugo; tre a Castrolibero; due a Diamante, Grisolia e Santa Maria del Cedro e uno per i Comuni di Tortora, San Nicola Arcella, San Lucido, Rose, Praia a Mare, Marano Principato, Paola e Acri.
Sempre fermo, fortunatamente, il numero dei decessi che rimane a 34.
Migranti e rientri, crescono i casi nel cosentino
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