“I calabresi hanno diritto alle cure e ad una sanità di qualità che non venga condizionata dalla ndrangheta. Se ci sono due aziende sanitarie provinciali sciolte per infiltrazioni mafiose ed una è in dissesto economico e finanziario è evidente che il sistema sanitario pubblico calabrese non può essere riaffidato alla politica. Se ci sono infiltrazioni mafiose e la sanità calabrese, come citava la prima relazione della commissione parlamentare antimafia sulla sanità in Calabria è la metafora dello scambio politico mafioso, è evidente che ci sono responsabilità e che le stesse devono venire fuori”.
E’ quanto sostiene il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato che spiega: “Per questo auspichiamo che la magistratura possa verificare a fondo chi e come hanno determinato gli scioglimenti e farne pagare le conseguenze. Non è pensabile che non ci siano responsabilità e nessuno ne risponda. Sarebbe un errore riaffidare alla politica la sanità calabrese. Per queste ragioni ritenevamo che andavano prorogati gli scioglimenti delle Asp sciolte per infiltrazioni mafiose, così come è avvenuto, modificare il decreto Calabria e nominare una nuova struttura commissariale, sterilizzando il deficit per un periodo congruo alla messa in sicurezza del sistema, con il piano delle assunzioni necessarie ed evitare – conclude Sposato – la chiusura e la paralisi totale del sistema sanitario regionale”.
Sposato (Cgil): sistema sanitario regionale non torni in mano alla politica “collusa”
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