L’ inchiesta TVĀ āFuori dal coroā in onda ieri sera su Rete Quattro ha squarciato lāennesimo velo sui paradossi allāinterno della Regione Calabria in tema di Forestali.
La telecamera ed il microfono di Angela Camuso sono entrati nelle abitazioni di alcuni boss del Reggino che risultano in qualche modo sul libro paga dellāEnte attraverso il suo spin off Calabria Verde, versione attuale dellāex Afor.
Si tratta di dipendenti pubblici a tutti gli effetti, inquadrati come operai agricoli a tempo indeterminato. Una busta paga da 1.300 euro al netto dei contributi.
Stipendi e pensioni elargiti, assieme a quelli degli onesti, anche a latitanti, pregiudicati, presunti appartenenti alle cosche, ex detenuti e loro parenti stretti.
Zone ad altissima infiltrazione mafiosa dove ā ha detto lāinviata di Mario GiordanoĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā –Ā Ā fra S. Luca ed Africo circa 1700 persone hanno trovato assunzione pubblica.
ALCUNI NOMI
Tra chi ha negato condanne verificabili sulla fedina penale e chi invece ha confermato placidamente i suoi trascorsi lāelenco dei dipendenti di Calabria Verde annovera la madre (Caterina Giorgi) di uno dei cento latitanti (Giuseppe) piĆ¹ pericolosi dāItalia. Una che ĆØ stata sorpresa a casa in orario di lavoro, dove era coperta dal capo, casualmente anche suo genero (Sebastiano Romeo). Nellāelenco anche la moglie del ricercato, Maria Romeo.
Lāoperaio Sebastiano Strangio, figlio di tal Domenico (defunto) catturato dopo un conflitto a fuoco, ha subito una condanna per traffico di armi a 17 anni, con interdizione perenne.
Il punto forse piĆ¹ interessante dellāinchiesta televisiva ĆØ quando la giornalista rivela che tra i dirigenti di Calabria Verde cāĆØ il figlio del superboss Antonio Nirta.
Nessuno tra gli intervistati vuole sentire parlare di ndrangheta. Intanto tra i compiti di quelli che si chiamavano Forestali cāĆØ il controllo dei territori aspromontani dove spesso si aiuta la latitanza dei ricercati e si occultano piantagioni di stupefacenti tanto utili al reddito delle cosche.