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sabato, 30 Novembre, 2024
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Concluse le audizioni della Commissione parlamentare antimafia a Catanzaro

Si sono concluse nella Prefettura di Catanzaro le audizioni della Commissione parlamentare antimafia, in missione lunedì e martedì in Calabria per fare un punto sullo stato della lotta alla ‘ndrangheta. Nel corso della giornata di ieri l’Antimafia ha ascoltato, tra gli altri, la commissione straordinaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, esponenti del mondo produttivo e imprenditoriale del territorio, i testimoni di giustizia Andrea Dominijanni e Rocco Mangiardi, il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, il referente regionale di “Libera” Calabria, Don Ennio Stamile, mentre lunedì erano stati auditi, tra gli altri, il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, e il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso.
Tra i temi all’attenzione della Commissione parlamentare antimafia le infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle pubbliche amministrazioni, nella sanita’ e nell’economia calabrese e la scopertura degli organici negli uffici giudiziari del Distretto catanzarese.
“In base a quello che abbiamo ascoltato, sia nella giornata di ieri che nella giornata di oggi, sono emerse rappresentazioni di realta’ imbarazzanti per lo Stato, per cui o lo Stato decide di investire concretamente e seriamente su questi territori perche’ c’e’ un’emergenza oppure qua possiamo fare tanti convegni senza che nulla cambi”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, parlando con i giornalisti nella Prefettura di Catanzaro al termine delle due giornate di audizioni dell’organismo bicamerale sul tema della lotta alla ‘Ndrangheta.
“C’e’ necessita’ di capire – ha proseguito Morra – che si deve investire tanto perche’ tutti i parametri che socialmente, culturalmente, economicamente rendono questi territori difficili perche’ segnati da arretratezza e chiusura, vanno modificati. Non possiamo permettere che a esempio nella spesa pubblica ci siano possibilita’ di infiltrazioni, come e’ emerso dagli scioglimenti di aziende sanitarie territoriali: finora nella storia della pubblica amministrazione in Italia, si sono verificati sei scioglimenti di aziende sanitarie, di cui ben cinque in Calabria. Questo la dovrebbe dire tutta. Se poi – ha spiegato il presidente della Commissione parlamentare antimafia – ancora oggi c’e’ il commissariamento della sanita’ calabrese e sono ancora in vigore due commissariamenti, qualche correlazione ci sara’”.
“Oggi e’ stata la giornata dedicata in particolar modo alla provincia di Vibo Valentia, oggetto dell’operazione ‘Rinascita Scott’, operazione gigantesca per qualita’ e quantita’ che ha fatto capire a tutt’Italia che la ‘Ndrangheta non puo’ essere associata solo alla provincia di Reggio Calabria, come stoltamente si riteneva, ma nel Vibonese e’ cresciuta in modo esponenziale. Fermo restando che ce lo consentano le regole anti Covid – ha aggiunto Morra – e’ nostra intenzione, in tempi ragionevolmente rapidi, fare un sopralluogo a Vibo, senza convocare nel capoluogo di regione i vertici di pubbliche amministrazioni vibonesi, perche’ e’ necessario mandare un segnale ai territori testimoniando, con la presenza fisica dello Stato su quei territori e su quelle zolle di terra magari insanguinate da fatti di sangue compiuti dai Mancuso e non solo, che lo Stato non arretra ma piuttosto conquista territorio. Spero – ha sostenuto il presidente della Commissione parlamentare antimafia – che per novembre si possa tornare a Vibo, ma non solo a Vibo perche’ anche Crotone, Cosenza, Reggio Calabria meritano attenzione, poi c’e’ anche la Sicilia, la Valle d’Aosta, c’e’ il Veneto, perche’ in questo paese a furia di sottovalutare l’emergenza criminale di stampo mafioso, le mafie si sono insediate e radicate dappertutto. Ieri – ha quindi concluso Morra – con il procuratore Gratteri abbiamo ripercorso la presenza di locali di ‘Ndrangheta non soltanto in Italia ma in tutto il mondo ed e’ notorio che la ‘Ndrangheta sia l’organizzazione mafiosa piu’ diffusa capillarmente nel mondo. I locali di ‘Ndrangheta ci sono in Valle d’Aosta, in Piemonte, in Emilia, in Trentino, in Liguria, in Umbria, nel Lazio per cui non avendola combattuta a sufficienza la ‘Ndrangheta si e’ diffusa e ormai si trova dappertutto”.

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