“Gli anticorpi monoclonali sono una speranza per tutti, il fatto che il farmaco sia stato somministrato a Trump dimostra quanto, negli Stati Uniti, siano convinti della bontà dei risultati della sperimentazione del prodotto elaborato da Regeneron. Ma anche noi in Italia siamo molto avanti con la ricerca”. Il genetista dell’Università di Roma Tor Vergata, Giuseppe Novelli, è fra gli autori – in collaborazione con l’Università di Toronto – di uno studio sugli anticorpi monoclonali sintetici. Giuseppe Novelli, calabrese di Rossano, è stato rettore fino allo scorso anno dell’Università Tor Vergata di Roma.
“Per Trump, il protocollo prevede Remdesivir e vitamina D, gli unici due strumenti su cui c’è evidenza clinica di buona efficacia”, spiega Novelli. “Il Remdesivir agisce contro la replica del virus, i monoclonali impediscono che il virus entri. I monoclonali sono farmaci intelligenti, efficienti e potenti disegnati dall’uomo. Riconoscono un target, un obiettivo, una parte a cui si attaccano. Il virus usa una chiave per entrare e questi anticorpi si attaccano a un pezzo di quella chiave, che si chiama Rbd. Se tu blocchi quella chiave, non entra più nella serratura. Il principio è questo. Perciò è importante utilizzare il farmaco in una fase iniziale. O anche di profilassi, perché ti protegge. Non a lungo, ma comunque per un mese o un mese e mezzo”. Si proviad immaginare- precisa Novelli- l’utilità in una Rsa o una nave da crociera”.