“In tempo di pace, uno che nasce in Campania o in Calabria ha un’aspettativa di vita fino a 4 anni inferiore rispetto a uno che nasce nelle Marche oppure in Trentino”. Sono valutazioni shock quelle che Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma, ha fatto da ospite ad ‘Agorà’ su Rai3.
“In sanità l’attuale Costituzione attribuisce allo Stato centrale solo tre poteri: quello di programmare, quello di controllare e quello di finanziare. Tutto il resto è nelle mani delle Regioni. In tempo di pace ci sono delle Regioni, e ce ne sono diverse, che funzionano bene e ce ne sono altre che funzionano malissimo”. ha specificato Ricciardi.
“Non va bene – incalza l’esperto – intervenire quando le cose vanno bene, per esempio in Emilia Romagna o in Veneto, ma quando hai Regioni che in tempo di pace non organizzano gli screening per il cancro della mammella, allora devi intervenire”.
Per Ricciardi, dunque, a livello centrale si dovrebbe poter intervenire “quando vedi delle Regioni a cui dai dei soldi per organizzare i pronto soccorso (e lo abbiamo fatto a maggio) e non hanno avviato nessun lavoro. Per cui succederà che arriveranno i malati sia di influenza che di Covid e ci sono molti pronto soccorso che non hanno utilizzato i 235 milioni di euro per separare i percorsi e ci sarà un caos”.
“Ci sono Regioni – avverte ancora l’esperto – che non hanno assunto i medici di igiene e sanità pubblica per fare le inchieste epidemiologiche, per cui ci sono Asl che hanno due o tre persone che lavorano giorno e notte, e meno male che abbiamo soprattutto giovani abnegati che si sacrificano. Però non funziona così, noi abbiamo detto ad aprile che sarebbe ritornata la seconda fase – e siamo ancora nella prima onda perché non si è mai azzerata – ma se molte Regioni hanno lavorato bene, la maggior parte ha lavorato con grande ritardo”.