L’ultima mossa di Nino Spirlì sulla questione scuola è l’inverno. Il presidente gioca la carta del rigore di gennaio e delle temperature in picchiata, lanciando la solita bomba su Facebook con un post in cui chiede ai genitori calabresi di segnalare con precisione i plessi scolastici in cui i figli “sono costretti a stare in aula con cappotti, giubbotti, giacconi”.
Poche lapidarie parole, che ricevono in risposta migliaia di commenti affermativi e con tanto di nome e indirizzo delle scuole-ghiacciaia. Ebbene sì, per usare un eufemismo, quasi ovunque in Calabria in questi giorni fa molto freddo. E l’obbligo di tenere le finestre aperte per garantire il ricambio d’aria nelle aule amplifica il disagio, inducendo i ragazzi a stare imbacuccati. Non sembra una grande novità, ma, smontato ormai dai tribunali il rischio Covid negli istituti scolastici, Spirlì continua la sua crociata pro-chiusura puntando sul rischio malanni di stagioni. Anche seri. La tesi è più o meno questa: se mandate i figli a scuola, si beccheranno come minimo qualche bronchite.
Ma quest’astuta strategia è in realtà un boomerang. Già a novembre il ministro Azzolina aveva precisato che il ricambio d’aria avviene anche con frequenti operazioni orarie, senza bisogno di lasciare le finestre aperte per tutta la durata delle lezioni. E come molti fanno notare sotto lo stesso post di Spirlì, al freddo si potrebbe rimediare con sistemi di areazione già in uso in altre regioni (ad esempio in Veneto, ma anche nella vicina Basilicata). Insomma, a molti quest’ultima trovata del presidente leghista è apparsa pretestuosa e strumentale al lungo gioco di forza contro i genitori che hanno ottenuto la riapertura in presenza di scuole primaria e media.
Non è un caso che, dopo aver ammesso di non poter più disporre la chiusura perché, dopo due sentenze giudiziarie, si tratterebbe di un illecito, Nino Spirlì sta insistendo con la ricerca di dati a favore della sua tesi. “Dall’inizio della pandemia ad oggi risultano 29.073 positivi in Calabria….di questi 4.213 sono nella classe di età 0-18. La popolazione scolastica è di 328.473” – così in un post di pochi giorni fa. Andata a vuoto la chiamata agli “amici sindaci”, che tranne in zone di reale rischio, non hanno voluto esporsi ai rimproveri del Tar, il presidente facente funzioni invoca dunque i favori del gelo. Nel Cosentino, dove non hanno potuto le istituzioni alla fine la neve ha regalato agli studenti più giovani un fine settimana di vacanza, ma nelle zone arancioni, dopo il placet del Cts, ticchetta l’orologio del rientro in classe dei liceali. La Calabria ha fissato la data del 1 febbraio, ma docenti e dirigenti sono convinti che neanche questa sarà la volta buona e si proseguirà con la Dad.
Isabella Marchiolo
Scuola, per chiudere Spirlì gioca la carta del freddo
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