“Finalmente la verità è venuta a galla: hanno creduto a mio figlio”. Era commossa fin quasi alle lacrime mamma Francesca dopo la lettura del dispositivo della sentenza (le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni) con cui giovedì 21 gennaio 2021 il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, presieduto dal giudice dott.ssa Mirella Schillaci, ha inflitto una condanna esemplare a uno dei “bulli” che giusto cinque anni fa avevano picchiato nel cortile della scuola il suo bambino, il quale all’epoca aveva appena nove anni: un anno e sei mesi di reclusione.
Per quel pestaggio, perpetrato al culmine di svariati altri atti di bullismo di cui la piccola vittima era stata oggetto, erano finiti sotto indagine in quattro, ma per tre di loro era già stata emessa sentenza di non luogo a procedere, ma solo in quanto minori di 14 anni all’epoca dei fatti contestati. A. Y., invece, oggi già maggiorenne, nel 2016 di anni ne aveva quasi 15 e dunque si è potuto condannarlo per i reati di lesioni e percosse a una pena sospesa ma significativa, che i giudici hanno motivato “ritenuta la continuazione e la prevalenza delle aggravanti contestate sulla diminuente della minore età”, dando pieno credito alle tesi accusatorie del Pubblico Ministero Minorile, da ultimo il dott. Angelo Gaglioti. Al di là dell’entità della condanna, la pronuncia è importante perché finalmente stabilisce che i fatti denunciati sono realmente accaduti e anche la loro estrema gravità: la signora Francesca, infatti, ha dovuto lottare soprattutto contro tanta omertà, in primis quella dell’istituzione scolastica.
La vicenda risale all’anno scolastico 2015-16, in cui il bimbo bullizzato frequentava la terza elementare di un istituto comprensivo del Reggino ed era diventato il bersaglio di un gruppo di bulli, compagni di classe, coetanei ma anche ragazzi più grandi, che non perdevano occasione per prenderlo in giro e fargli brutti scherzi.
A quel punto la madre ha ritenuto di intervenire prima che fosse troppo tardi: tramite i consulenti legali Salvatore Agosta e Giuseppe Cilidonio, si è affidata a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, per salvaguardare il ragazzino e ottenere giustizia,
“Finalmente in un’aula di tribunale è stato riconosciuto che quanto ripetevamo da anni io e mio figlio altro non era che la verità ed è stata fatta giustizia” conclude Francesca, che però ora si aspetta risposte anche dall’altro procedimento pendente presso la Procura ordinaria di Reggio e che vede indagato l’allora dirigente scolastico della scuola “incriminata
Nella foto la denuncia dei genitori del bimbo nella trasmissione Rai I fatti vostri
Bullismo, un anno e sei mesi a 19enne di Reggio Calabria
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