Milano – Dieci persone sono state condotte in carcere e altre otto sono finite ai domiciliari per associazione per delinquere di tipo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoricilaggio, usura ed estorsione. E’ questo il primo risultato di una maxi-operazione avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano.
L’operazione, condotta tra Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna dal Gico, dalla guardia di finanza e dalla Squadra Mobile di Lecco, ha portato al sequestro di un carico di rifiuti radioattivi. La Procura ha ricostruito l’attività di un sodalizio mafioso nel Lecchese che, secondo gli investigatori, sarebbe stato guidato da Cosimo Vallelonga ritenuto esponente di spicco della ‘ndrangheta e già condannato.
Durante l’operazione scattata questa mattina sono state effettuate numerose perquisizioni nelle quali sono stati rinvenuti beni di valore e armi detenute illegalmente. Inoltre è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente di oltre 120 mila euro e di quote di società utilizzate per operazioni illecite. I provvedimenti firmati dal gip Alessandra Clemente su richiesta del pm della Dda Paola Biondolillo e Adriano Scudieri, come si legge in una nota firmata dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, sono lo sviluppo di un’attività investigativa che ha consentito di accertare come Vallelonga – già condannato per associazione di stampo mafioso in seguito alle inchieste di metà degli anni ’90 ‘La notte dei fiori di San Vito’ e del 2010 con il nome ‘Infinito’ – dopo aver scontato l’ultima condanna ha ripreso i contatti e “rivitalizzato il sodalizio mafioso”. Un’attività che avrebbe portato avanti ricevendo anche nel suo ufficio all’interno del negozio “Arredo Mania” di La Valletta Brianza altri esponenti della ‘ndrangheta per dirimere controversie e concordare nuove strategie ed eludere i controlli. Gli incontri sarebbero avvenuti anche con imprenditori locali, sia per erogare prestiti a tassi usurari sia per organizzare il reinvestimento di proventi di attività illecite in campo economico. Tra gli uomini di fiducia di Vallelonga c’è anche Vincenzo Marchio, figlio di Pierino altro affiliato e storicamente legato alla famiglia Coco Trovato.
“L’imponente” traffico illecito di rifiuti sarebbe stato organizzato, secondo le indagini, sempre da Vallelonga e i suoi coindagati, attraverso imprese che operano nel settore del commercio di metalli ferrosi e non ferrosi avrebbe portato a una movimentazione illegale di oltre 10 mila tonnellate di materiale anche con l’utilizzo di società cartiere che hanno annotato fatture false per circa 7 milioni di euro. Il denaro per gli acquisti in nero del materiale ferroso si aggira attorno a 30 milioni. Nel maggio del 2018 poi è stato pure sequestrato un “pericoloso carico di rifiuti radioattivi” di 16 tonnellate proveniente dalla provincia di Bergamo. Inoltre è stato riscontrato come i proventi illeciti siano stati reimpiegati anche in attività di ristorazione e del commercio di auto, oltre che nel settore sempre dei rifiuti. Infine sono stati ricostruiti episodi di usura, con tanto di condotte estorsive per il recupero crediti, in danno di almeno 8 persone in difficoltà economiche, tra cui diversi imprenditori lombardi: 750 mila euro di prestiti a tassi di interesse fino al 40 per cento.