Elodie incanta Sanremo. Con la sua bellezza, il talento e soprattutto la forza di infrangere un tabù personale e parlare della sua adolescenza in una borgata romana difficile: “Sono qui perché ho abbattuto un muro, tutte le volte in cui sono riuscita ad abbatterne uno nella mia vita sono successe cose bellissime”.
Tutto questo accadrà a fine serata – per il momento non spoileriamo. La puntata si era aperta con palloncini disegnati con occhi, bocche e baffi, sulle poltrone al posto degli spettatori. Ma poi un Fiorello sadico li fa fuori a colpi d’ago. Vero, è più poetica – e oggi doverosa, giusta – la lontananza. Le sedie rosse rimaste vacanti saranno poi coinvolte nel tormentone “su i braccioli-giù i braccioli”, sperando in ascolti più rosei della prima serata. Invece le schermaglie di Amadeus patato e Fiore en travesti, alla prova inaugurale non sono state all’altezza dell’anno scorso e non è tutta colpa del Covid. Lo showman siciliano però ci piace quando dedica belle parole agli adolescenti italiani che a breve torneranno in Dad, con l’augurio di recuperare tutto il tempo, gli amori, le risate e la spensieratezza della loro età in presenza. Mentre agli adulti raccomanda di vaccinarsi, “così questo incubo finirà”.
In tema con il leitmotiv della stagione fiction Rai con i film su Nada e Renato Carosone, il secondo giorno a Sanremo è regno delle vecchie glorie. Canzoni eterne, finalmente si va sul sicuro. Gigliola Cinquetti, semplice e molto chic, la voce potente di Fausto Leali, la grinta di Marcella Bella.
Immancabile l’ospitata di Gigi D’Alessio, padrino d’eccezione di una band della scena urban partenopea. Tamarrissimi, li sfottono sui social, però come non volergli bene? Insieme cantano “Guagliune” ed è subito cuore di Napoli. “Grazie – dice Gigi – per aver dato la possibilità di esibirsi qui a questi ragazzi che non hanno nulla”.
Superospite Laura Pausini, fresca di Golden Globe: per la sua fama pop Fiorello l’accosta a Freddy Mercury con un ardito mash-up. L’artista romagnola si presenta in una mise sbagliata e all’Ariston è in buona compagnia, ormai lo abbiamo capito. Per essere il festival dell’austerity e della necessaria sobrietà, le carnevalate vanno a un soldo: Laura in Valentino sembra piuttosto aver saccheggiato il guardaroba del mago Otelma, e dobbiamo commentare la sirenetta Orietta Berti, che sfoggia conchiglie di strass all’altezza dei seni o la clownesca Malika Ayane con i polsini da barboncino?
Meno male che a illuminare il palco c’è la sfavillante Elodie. Fa la sua apparizione in lungo rosso fuoco alla Jessica Rabbit con vertiginoso spacco su gambe chilometriche, capelli scuri raccolti, trucco leggero. Classe e grazia innate, lei. Come la collega Matilda De Angelis, non sfoggia carne a buon mercato. Se l’anno scorso avevamo le curve lievitate di Georgina e Diletta, stavolta gli ultracorpi (tali, eccome) sono sussurrati – bellezza allo stato puro senza bisogno di effetti speciali. Lo richiede il momento che stiamo vivendo, per decoro, per etica. Gioia degli occhi ma nel rispetto di chi sta soffrendo.
Elodie ovviamente canta pure e domina il palco da diva: un medley disco dove i suoi brani giocano con cultissimi refrain da Gianna Nannini, Raf, Carrà e Mahmoud. Con Fiorello poi duetta nel mitico “Vattene amore”, dedicata al fidanzato Marracash. Vestita da Versace e Giambattista Valli con cambi total red e un miniabito argento, peccato per quel corto di effetto a metà tra il Gabibbo e il Gianfranco D’Angelo Tenerone del Drive In (Valli). Poi un piccolo incidente: a ogni ragazza capita di perdere un orecchino, ma il suo, caduto sulla scalinata, è un Bulgari dal costo a parecchi zeri.
Nella gara dei big giganteggia Lo Stato Sociale. Il loro brano “Combat Pop” (citazione dei Clash) è divertente, dissacrante e musicalmente perfetto. Achille Lauro levate, questo è esistenzialismo: “Volere sempre troppo, pagare sempre il doppio, godere la metà”. Nel 2019 arrivarono terzi, se stavolta non vincono è un sacrilegio.
Sopra le righe anche gli Extraliscio con Davide Toffolo degli Allegri Ragazzi Morti nella sua lugubre maschera – la loro balera contemporanea è una sferzata di ritmo nel torpore del dopo mezzanotte. L’ex vincitore Ermal Meta regala una canzone d’amore ispirata e intensa. In generale il livello (Willie Peyote, Fulminacci) pare superiore e comunque più gradevole del gruppo della prima serata. Irama è salvato dagli altri concorrenti: all’unanimità accettano che il cantante, in quarantena per il contatto con un suo collaboratore positivo al Covid, resti in gara. La sua canzone viene proposta nella registrazione della prova generale. Bugo continua la lite a distanza con Morgan, che pubblica sui suoi social il testo della canzone incriminata della scorsa edizione.
Il duo La Rappresentante di Lista calca il palcoscenico in fuxia acceso, aumentando la quota di stile queer al festival, con scorno di chi denuncia lo strapotere della lobby gay nella televisione italiana. E a proposito di ambiguità, ecco Achille Lauro (fa riflettere l’averlo posto in scaletta ben dopo Laura Pausini, che avrebbe dovuto essere il top della puntata). Oltre ogni iperbole scenica, impossibile non chiedersi perché pochi si accorgano di quanto sia privo di originalità. Lauro imita con la pretesa di innovare: forse la sua vera abilità è farsi parassita dell’ammirazione dei suoi fan, capaci di riempire il vuoto pneumatico con il loro consenso. Anche questa è una dote, va riconosciuto.
Amadeus, consapevole della grande attesa, lo annuncia come “il nostro artista camaleontico”, autore di “quadri”. Lui arriva in tailleur a zampa color grigio perla, rosa all’occhiello e una lunga treccia rossa – poteva essere Rapunzel ma il trucco non lascia dubbi, è quello di Mina. Solito delirante monologo nonsense e involontariamente comico (“Dio benedica chi gode”), poi “Bam bam twist”: ad accompagnarlo i carismatici e innamoratissimi ballerini di twist Francesca Barra e Claudio Santamaria in un numero ispirato a Pulp Fiction. Finale con bacio hollywoodiano, loro sono congiunti e possono.
A Sanremo 2021 l’ipersensibilità trabocca. Martedì abbiamo visto Aiello elettrico (l’ansia da palcoscenico lo ha precipitato all’ultimo posto della classifica provvisoria) e Fedez in lacrime con l’amica Michielin; ieri Alex Schwazer, l’atleta azzurro accusato di doping, ha promesso alla figlioletta di tornare più forte di prima alle Olimpiadi. Ma il momento più emozionante della seconda serata è il ricordo di Ennio Morricone: il figlio Andrea che dirige “Metti una sera a cena”, composto per il bellissimo film di Patroni Griffi. Con un pubblico vero sarebbe stata standing ovation, nei cuori di tutti è lo stesso, applausi interminabili per il maestro.
Intanto Fiorello indossa la mascherina per sedere tra i palloncini in sicurezza. E quando l’ora si fa tarda e la resistenza dei telespettatori vacilla, Ibrahimovic, con la sua flemma, è quasi una cattiveria. Assente giustificato per la trasferta con il Milan, viene comunque propinato in collegamento – con la minaccia di tornare domani sera. Stavolta però il campione ha un pensiero importante, ricordando Davide Astori, scomparso nella data di oggi, tre anni fa.
Ancora Elodie, e veniamo al suo momento di commozione. Se ci fossero dubbi sulla sua personalità, l’artista lo conferma vincendo la riservatezza e raccontando la sua storia. “Vengo da un quartiere popolare di Roma, ero demoralizzata e arrabbiata, non mi piaceva niente di me. Non ho preso il diploma, non ho la patente, a vent’anni avevo deciso di non cantare più. Se nasci in certi contesti devi faticare il doppio per avere quello che gli altri hanno senza fatica e diventa difficile focalizzare il tuo sogno, io lo avevo perso”. Ha la voce rotta dal pianto Elodie quando ringrazia il pianista Mauro Tre, che l’ha restituita alla musica facendole conoscere il jazz: “Tu mi hai dato un’opportunità, quella che tutti meritano, quella che io non mi ero data perché non mi sentivo mai all’altezza di niente”. Poi canta “Mai così” di Mina, occhi lucidi e brividi.
Nella sezione giovani passano in semifinale il bravo Davide Shorty e Wrong on You. La classifica provvisoria dei big, aggiornata con il totale dei concorrenti, vede in testa Ermal Meta, seguito da Annalisa e, nonostante l’intoppo Covid, Irama. Aiello sempre ultimo – non lo aiutano nemmeno i peggiori piazzamenti della seconda serata. L’orchestra mugugna al posto del pubblico, i palloncini inermi non possono contestare. Chissà se con questo giudizio sarebbe stato d’accordo l’ologramma di Vincenzo Mollica, angelo custode del festival. Pure la sua è una mancanza, come il silenzio delle poltrone rosse che ogni sera ci ricorda tutto quello che abbiamo perduto.
Isabella Marchiolo