Non avrebbe potuto essere più diretto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, nell’esprimere il suo dissenso verso il disegno di legge Zan contro la omotransfobia – già approvato alla Camera ma il cui iter legislativo, lo ricordiamo, è ancora frenato da un tenace ostruzionismo da parte della Lega, partito di Spirlì.
In linea con questa opposizione, su Facebook il presidente scrive un post perentorio. Peccato però che il tema sia tutta un’altra cosa: “La Natura non ha previsto interpretazioni sul genere. In Natura, tutto ha un Padre e una Madre. Tutto. Fossero anche sbagliati, ma quelli sono. E non può essere una legge a smentire l’ordine“. A quale legge si alluda, qualora non si fosse capito, provvede l’hashtag che apre il post, #PropostaZan.
Il post continua con affermazioni che richiederebbero chiarezza, poiché non hanno nulla a che vedere con la legge in questione. Scrive, infatti, Spirlì: “Poi, che ogni creatura possa (e debba) vivere la propria vita secondo la personale indole, non sarà nessun altro vivente a poterlo (o doverlo) impedire. Fermo restando che nessuno possa imporre a nessuno (men che meno con legge dello Stato) il sovvertimento delle regole. Essere differente da altro non è sbagliato, né reato, tantomeno colpa. Ma non è neanche privilegio. Ognuno, per com’è, è tenuto a rispettare le leggi e le regole“.
Parole che esulano completamente dall’oggetto del disegno di legge, il quale non ha ad oggetto l’identità e le scelte di vita degli individui, ma vuole rendere reati sanzionabili gli atti e le affermazioni di contenuto violento o d’odio diretti a colpire le persone a causa del loro orientamento di genere.
Sorvolando poi su locuzioni come “essere differente” messo in relazione con colpe e reati, appare incomprensibile l’invito a rispettare le regole da parte di quelle stesse persone “differenti”. Cosa vorrebbe dire? Poi però lo stesso Spirlì sembra spiegarsi meglio nel prosieguo del post, dove fa capolino il solito, spaventoso spettro dell’ideologia gender. “Ognuno – ammonisce il presidente – ha l’obbligo di rispettare l’innocenza, che non va violentata con insegnamenti ed esempi menzogneri o partigiani. L’innocenza va accompagnata, non portata al pascolo coi cani da pastore. Alla tutela degli innocenti ci devono pensare, in primis, il Padre e la Madre. La coppia di Genitori. Perché i Genitori vanno a coppia, non a paio come i guanti, i gemelli da polsino o i calzini e le scarpe“.
Ovvero, attenti alle insidie di una legge che introduce nelle scuole l’idea di una famiglia dove i genitori potrebbero avere lo stesso sesso, o persino inculcare quest’immagine arcobaleno nelle menti suggestionabili dei bambini innocenti. E’ forse questo che intende Spirlì? Giova ricordare per l’ennesima volta, e non soltanto al presidente, che le iniziative di sensibilizzazione nei programmi scolastici raccomandate nella proposta di legge non consistono in lezioni di educazione sessuale gay-oriented né in sedute psicologiche dove insegnare ai ragazzini come si diventa (!) omosessuali e lesbiche. No, e continuare a sostenere simili tesi è disinformazione strumentale. Queste attività sono invece finalizzate a insegnare ai ragazzini una cultura che respinga discriminazioni, insulti e aggressioni. Stesso obiettivo avrà la giornata contro l’omotransfobia.
Ma un’altra precisazione va fatta al presidente che, da quando milita nella Lega, è già stato autore di esternazioni che hanno creato indignazione nella comunità Lgbt (“dirò frocio e negro fino alla fine dei miei giorni”, disse durante un evento leghista l’allora vice di Jole Santelli, rivendicando la propria indipendenza dalla fantapolitica lobby gay che vorrebbe dittatorialmente cancellare parole che, suvvia, le usano tutti e ormai sono accette anche dal dizionario). E’ certo che – come Spirlì non può non sapere bene – ognuno debba poter vivere secondo la propria indole senza che altri esseri umani lo impediscano. Ma purtroppo molto spesso succede il contrario: accade che chi vive secondo la propria indole sia umiliato, aggredito e ucciso da qualcuno che ne è infastidito. Con una legge che renda tutto questo un reato punibile anche con il carcere, forse inizierà ad accadere meno spesso. Invece al momento l’orientamento sessuale, la disabilità e il genere, sono vissuti sempre sotto un’oscura e imprevedibile minaccia sociale. E no, caro presidente, così non è “poter e dover vivere secondo la propria personale indole”. Così è essere nel mirino di odiatori e violenti senza nessuna tutela da parte dello stato.
Spirlì conclude il suo accorato post raccomandando un ritorno ai problemi veri del paese, alla pandemia e alla crisi. Il resto è “spreco di energia”. Ma, nel coro di reazioni sconcertate dei commentatori, come gli fa notare una follower non ancora bannata, visto il totale deragliamento fuori traccia, “lo spreco di energie è stato scrivere questo post senza senso”.
Isabella Marchiolo