La voglia di riprendere un percorso di studio nonostante non si sia più adolescenti; una necessità per entrare nel mondo del lavoro o semplicemente la volontà di raggiungere una meta accantonata da giovani. Per 180 adulti di Lamezia Terme (Cz) l’occasione è stata fornita dai corsi serali dell’Istituto professionale di Stato “Luigi Einaudi”, fino a quando l’Ufficio scolastico provinciale di Catanzaro ha comunicato che bisognava “tagliare” le quattro classi destinate a questi studenti per il secondo periodo didattico, lasciando una sola classe attiva.
“Mancanza di fondi”, è stata la motivazione fornita alla dirigente scolastica. Eppure, il progetto era di grande valenza, puntando a formare gli adulti attraverso i percorsi di studio per i servizi socio-sanitari e per i servizi enogastronomici. Una storia che ha dell’inverosimile, con l’unica classe autorizzata che potrà consentire l’accesso a quaranta persone, lasciando fuori ben 140 studenti.
La vicenda è finita ora sul tavolo del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, attraverso una accorata lettera aperta a firma degli stessi studenti. Le loro parole sono nette e concrete: “Questa decisione ha cancellato – è scritto nella lettera -, con un colpo di spugna, tutte le aspirazioni, l’intenzione di rimettersi in gioco, la voglia di conseguire un titolo di studio che possa aiutare persone non più giovanissime che avevano deciso di reinserirsi nei circuiti scolastici per una futura collocazione in un mondo del lavoro che non ha spazi per chi è senza un titolo di studio”.
“È la storia di tanti adulti – è scritto ancora – che provano a ricominciare, come dimostrano le richieste sempre più numerose e pressanti per ottenere autorizzazioni ad avviare percorsi serali”. Gli ‘studenti adulti’ di Lamezia Terme si sono rivolti al Ministro e agli Uffici scolastici regionale e provinciale aggiungendo che “il nostro percorso di istruzione in età adulta inizia proprio nel momento in cui si prende coscienza del fatto che non esiste limite di età per apprendere, per approfondire, per rimettersi in gioco. Questa voglia di avvicinarci ad una realtà, quella scolastica che in giovane età non abbiamo considerato con la giusta attenzione, ci sta offrendo una seconda occasione, una possibilità di rivalsa su quella che poteva essere la nostra prospettiva di inserimento nel modo del lavoro senza un diploma”.
Gli studenti hanno voluto lanciare un messaggio anche a quanti si sentono nelle loro stesse condizioni: “Vorremmo solo incoraggiare le persone, qualsiasi sia l’età, ad apprendere, a cogliere questa seconda possibilità”.
Pur vivendo difficoltà di ogni genere, questi ‘alunni adulti’ hanno voluto ribadire un messaggio di speranza: “Quotidianamente ci ripetiamo quanto siamo tanto fortunati ad abitare un territorio in cui ci viene permesso di ampliare il nostro orizzonte di conoscenze e abilità – hanno scritto – in un periodo storico non facile a livello mondiale. Riconosciamo le enormi possibilità che le scuole serali per adulti offrono in termini di conseguimento di un diploma professionale che può aprire una nuova carriera a quei lavoratori che non hanno terminato gli studi o che hanno fatto scelte scolastiche risultate poco proficue”.
“Abbiamo visto il profondo rammarico della dirigente – hanno sottolineato – di fronte all’impotenza di non poter rispondere alle richieste di istruzione che provenivano da un territorio disastrato. Basti pensare signor ministro che la nostra città è commissariata, che i dirigenti preposti agli uffici scolastici provinciali e regionali sono stati sollevati e sostituiti temporaneamente. La scuola nel nostro contesto territoriale rappresenta il vero presidio di legalità, la dispensatrice di cultura e, nel caso dei professionali, di una formazione specifica che offre la possibilità di un posto di lavoro. Ma tutto questo sembra non contare perché non ci sono soldi”.
Alcune secche domande sono state rivolte, poi, al “mondo della politica”: “Ha un’attenzione anche per noi adulti? Intende fornirci una seconda possibilità? Oppure l’errore che abbiamo fatto da giovanissimi deve pesare come un macigno sul nostro futuro? Noi fermamente speriamo di no, signor Ministro, e contiamo su di lei, sulla sua profonda cultura, sul suo amore per il mondo della scuola – hanno concluso nel loro accorato appello -, in fondo chiediamo solo di frequentare una scuola, di avvicinarci alla cultura”.