In Calabria il commercio e il turismo sono i due settori dell’economia che nel 2020 hanno maggiormente subito gli effetti negativi determinati dall’emergenza Covid 19. Lo rileva il rapporto annuale della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia. Nel focus sull’andamento settoriale dell’economia regionale, Bankitalia in primo luogo si sofferma sull’agricoltura: “In base alle stime Istat – si legge nel report – nel 2020 il valore aggiunto a prezzi costanti del settore primario è diminuito del 9,1 per cento, in misura più pronunciata rispetto al resto del Paese”.
Nel 2020 – osserva poi Banca d’Italia – “l’attività dell’industria regionale, pesantemente condizionata dalla pandemia, ha subito una brusca caduta, in linea con il resto del Paese. La diminuzione dei fatturati è stata particolarmente ampia nel primo semestre dell’anno. Dopo una ripresa nei mesi estivi, la seconda ondata pandemica e le nuove misure di restrizione che ne sono derivate hanno determinato un’ulteriore contrazione della produzione nel quarto trimestre, seppure più contenuta rispetto a quanto osservato in primavera. L’indagine della Banca d’Italia su un campione di imprese industriali con almeno 20 addetti (Invind) – spiega l’istituto – conferma la forte riduzione dell’attività: oltre la metà delle imprese partecipanti ha segnalato una riduzione del fatturato rispetto al 2019. In un quadro ancora incerto, le imprese del campione prevedono per il 2021 una ripresa dei ricavi che sarebbe però ancora insufficiente a recuperare i livelli pre-pandemia”.
Per Bankitalia, invece, “il settore delle costruzioni ha registrato un calo più contenuto rispetto alle altre attività produttive”, avendo “beneficiato dell’aumento della spesa per investimenti degli enti locali. Secondo le informazioni fornite dal Cresme, il valore delle nuove gare per opere pubbliche bandite in regione sono state pari a 1,2 miliardi di euro (700 milioni nel 2019). Un maggiore impulso al comparto dei lavori pubblici potrebbe derivare da un’accelerazione nei tempi di realizzazione delle opere”.
Invece – rileva il report della Banca d’Italia – “nel settore dei servizi, maggiormente interessato dalle misure di contenimento, il calo dell’attività è stato più pronunciato. Oltre alle restrizioni alla mobilità, ha pesato anche la contrazione dei consumi connessa all’incertezza circa l’evoluzione della crisi, che ha inciso negativamente sulle decisioni di spesa delle famiglie. L’impatto negativo è stato particolarmente rilevante nei comparti delle attività del commercio al dettaglio non alimentare, degli alberghi, bar e ristoranti, servizi ricreativi, culturali e personali e dei trasporti. Secondo le stime di Confcommercio, la spesa in termini reali per beni e servizi si sarebbe ridotta di circa il 12 per cento, in linea con il dato nazionale. Sull’andamento ha inciso anche la dinamica dei consumi per beni durevoli: in base ad elaborazioni sui dati dell’Osservatorio Findomestic, sarebbero diminuiti dell’11 per cento rispetto all’anno precedente”.
Nel rapporto si rimarca poi che “dopo anni di crescita, i flussi turistici presso gli esercizi ricettivi regionali hanno subito una brusca caduta. In base ai dati dell’Osservatorio turistico della Regione Calabria, le presenze nel 2020 sono diminuite di oltre il 50 per cento. Dopo l’azzeramento quasi totale nei mesi del lockdown, con il miglioramento della situazione sanitaria e la rimozione delle restrizioni si è assistito da luglio a un graduale recupero delle presenze di turisti italiani, mentre la forte caduta delle presenze straniere si è protratta. Tale parziale recupero – sostiene Bankitalia – ha temporaneamente attenuato l’impatto negativo della crisi sull’ampio indotto di operatori economici delle zone balneari, spesso caratterizzati da un elevato ricorso al lavoro stagionale. A causa della pandemia da Covid-19, lo scorso anno il numero di passeggeri transitati per gli aeroporti regionali si è ridotto di circa il 70 per cento rispetto al 2019. Il calo è stato ancora più marcato per i voli internazionali”. Quanto alle esportazioni, secondo Banca d’Italia “nel 2020 hanno subito un deciso calo (-16,2 per cento a prezzi correnti) in tutti i principali settori di specializzazione regionale”.