Catanzaro – La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini per 14 persone e chiesto il rito immediato per i principali indagati nellāambito dellāinchiesta condotta dalla Guardia di finanza, denominata āCoccodrilloā sui rapporti di alcuni imprenditori con cosche del reggino e del crotonese. In particolare la Dda ha chiesto il giudizio immediato per gli imprenditori Antonio, Giuseppe e Daniele Lobello per una serie di presunte intestazioni fittizie di beni, realizzate attraverso un sistema di societĆ , formalmente intestate a terzi, e tuttavia, secondo lāaccusa, controllate e gestite dagli stessi, al fine di sottrarle ad eventuali sequestri. I difensori degli imprenditori hanno chiesto il rito abbreviato.
Secondo lāaccusa Giuseppe Lobello āpur non facendone parteā avrebbe concorso con la cosca Arena alla quale ā ĆØ lāipotesi accusatoria ā avrebbe fornito āattraverso condotte attive, un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione e il rafforzamento della capacitĆ organizzativa dellāassociazione, con la consapevolezza dei metodi e dei fini dellāassociazione stessa. In particolare, muovendosi quale imprenditore edile titolare e amministratore di fatto delle imprese facenti capo alla famiglia Lobello ā Strade Sud, Trivellazioni Speciali, Consorzio Stabile Zeus, Consorzio Stabile Genesi ā faceva da intermediario tra i vertici della cosca e taluni imprenditori soggetti a estorsione per lavori nel Catanzarese, raccogliendo i ratei delle estorsioni e consegnandoli alle scadenze prestabilite ai vertici del clan, ciĆ² allo scopo di evitare che la presenza di soggetti riconducibili al clan presso i cantieri potesse tirare lāattenzione delle forze dellāordine; ottenendo al contempo per il legame stretto con gli Arena una posizione dominante nellāesecuzione di lavori edili su Catanzaro, ovvero la protezione da interferenze estorsive, di altri gruppi criminali, presso i cantieri relativi ai lavori eseguiti e presso lāimpianto di calcestruzzo dellāimpresaā.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, reati di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio, favoreggiamento reale ed estorsione. Le indagini avrebbero evidenziato, oltre al legame mantenuto dalla famiglia Lobello con il clan Mazzagatti di Oppido Mamertina, anche il rapporto con il clan Arena di Isola Capo Rizzuto e altre cosche del crotonese, tra cui quella riconducibile a Nicolino Grande Aracri.
Gli altri indagati: Marika Lobello (avvocato Jole Le Pera), Vitaliano Furciniti (avvocato Valerio Murgano) Antonio Capellupo (avvocato Jole Le Pera), Pietro e Caterina Garcea (avvocato Jole Le Pera), Francesco Iiritano (avvocati Pietro Mancuso ed Enzo De Caro), Giuseppe,Francesca e Domenico Rotella (avvocati Piero Mellea il primo e Jole Le Pera gli altri due) Pasquale Torchia (avvocato Giuseppe Iannone), Vincenzo Pasquino (avvocato Giuseppe Fonte), Pasquale Vespertini (avvocati Andrea Gatto e Vittoria Aversa),Anna Rita Vigliarolo (avvocato Vitaliano Leone), e Luciano Vitale.
(Ansa)