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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Polemica Malika: “Ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina”

Ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto“. A dichiararlo è Malika Chalhy, la ragazza di Castelfiorentino, in provincia di Firenze, cacciata di casa dai genitori perché lesbica. “Ho preso la casa in affitto a Milano, abbiamo dato un anno di affitto più duemila euro di caparra. Poi ho pagato dentista, avvocato, ho comprato dei vestiti. Non avevo niente, era rimasto tutto a casa dei miei e – continua ancora Malika – adesso ho avuto delle spese per la macchina”. E proprio la macchina è stata oggetto di indignazione: una Mercedes del valore di 17mila euro che la ragazza avrebbe comprato coi soldi delle due raccolte fondi a lei dedicate, per cui sono stati raccolti 150mila euro.

Intervistata da Selvaggia Lucarelli alla ragazza è stato chiesto “Perché quando giorni fa ti è stato chiesto privatamente da altre persone di chi fosse la Mercedes che guidavi, hai detto che era dei genitori della tua fidanzata?“. E Malika ammette: “Sì ho detto una bugia. Mi scuso. Mi è stato chiesto che ero sotto pressione“. La ragazza attraversa, spiega la sua agente e sua portavoce, una fase di fragilità.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Nell’intervista si fa poi riferimento ai soldi che aveva deciso di dare in beneficenza. La ragazza in un primo momento risponde di non aver ancora deciso. Poi l’agente Roberta prova a spiegare la motivazione: “La ragione è che insieme alla Boldrini avevamo deciso di fondare un’associazione per le vittime di discriminazioni. Abbiamo cercato – dice la portavoce – di coinvolgerla ma lei non sta bene e la cosa si è allungata un po’. Siamo in una fase in cui non sappiamo ancora bene, mettiamo dei paletti. Malika però non sta bruciando i soldi“. Alla pubblicazione dell’intervista della Lucarelli, è arriva però la precisazione della Boldrini: “Tengo a precisare che mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondispiega Laura Boldrini, smentendo quanto dichiarato dall’agente di Malika -. Si tratta perciò di una vera e propria fake news. Il mio nome quindi viene tirato in ballo in maniera totalmente impropria”.

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