Il livello degli arrivi di migranti via mare che interessano le coste ioniche delle Calabria continua ad essere intenso, ponendo una serie di problematiche sia in materia di sicurezza che dal punto di vista sanitario, contrastato tuttavia da una costante attività repressiva ove emerge nel suo ruolo di polizia del mare, la componente aeronavale del Corpo della Guardia di Finanza, rappresentata in Calabria dal Reparto Aeronavale di Vibo Valentia, supportato dalle articolazioni operative aeree e navali del Comando Operativo Aeronavale di Pomezia della Guardia di Finanza, che opera in piena sinergia con le Capitanerie di Porto in mare, la Polizia di Stato e i Carabinieri a terra, senza contare i vari enti che, coordinati dalle prefetture competenti territorialmente, consentono una gestione dei migranti senza esporre a rischi la cittadinanza.
Nel corso della costante attività di vigilanza preventiva del mare nazionale assetti aeronavali della Guardia di Finanza hanno individuato nel corso del fine settimana, due imbarcazioni sospette che cercavano di raggiungere le coste calabresi, permettendo di allertare così il dispositivo di contrasto della Guardia di finanza.
Nella notte fra venerdì e sabato, individuata la prima barca a vela sospetta, da Crotone hanno preso il mare due unità navali, per intercettare l’imbarcazione e individuare i facilitatori eventualmente a bordo, impedendo loro di avvicinarsi troppo al litorale, sbarcare e dileguarsi a terra.
La barca a vela, un classico yacht monoalbero di dimensioni medie, utilizzato lungo le rotte che, dalla Turchia, si dipanano fino alle coste continentali nazionali, è stata abbordata non appena ha fatto ingresso nelle acque nazionali, a poche miglia da Capo Colonne. I finanzieri hanno preso il controllo della barca a vela prima che l’hanno scortata in sicurezza sino al porto di Crotone dove è giunta nella nottata di ieri.
A bordo oltre ai due sospetti facilitatori, di nazionalità turca che avevano cercato invano di confondersi fra i migranti, sono stati trovati 60 migranti di cui 43 uomini, 10 donne e 7 minori, la maggior parte dei essi era costituita da iracheni, iraniani e palestinesi partiti quattro o cinque giorni fa da Marmaris (Turchia). Giunti in porto i migranti sono stati consegnati alle autorità preposte all’ accoglienza.
Nella giornata di domenica poco più a nord è stato intercettato un secondo natante analogo al precedente che inizialmente diretto a nord, verso l’imboccatura del golfo di Taranto stava facendo rotta verso Cirò Marina. I finanzieri però ne stavano seguendo i movimenti e sono intervenuti interrompendo la manovra di avvicinamento e anche in questo caso individuando due sospetti trafficanti di nazionalità ucraina e moldava alla condotta del natante che recava a bordo 67 migranti di cui 66 uomini e 1 donna, di nazionalità irachena e iraniana. Al secondo intervento ha proficuamente preso parte anche un pattugliatore della Guardia di frontiera della Romania rischierato nel porto di Crotone nell’ambito di una missione dell’Unione Europea a integrazione del dispositivo di vigilanza marittima nazionale.
In ambedue i casi i sospetti trafficanti sono stati colti mentre stavano sabotando il motore, nel primo caso e il timone nel secondo caso al fine di simulare una situazione di emergenza e chiedere il soccorso in mare, ciò allo scopo di nascondere la propria responsabilità nella conduzione delle barche e rendere più agevole l’arrivo in porto. L’intervento di sorpresa dei militari della Guardia di Finanza ha impedito la perpetrazione di tale disegno, consentendo il fermo dei soggetti e la loro messa a disposizione all’autorità giudiziaria.
Una efficace azione di prevenzione e repressione dei traffici criminali collegati al fenomeno migratorio è possibile attraverso una costante attività di sorveglianza aeromarittima che permette, come in questo caso, di individuare e intercettare i criminali prima che possano arrivare a terra far perdere le proprie tracce e poter, così, organizzare e condurre ulteriori remunerative traversate.