Positivo, secondo i primi riscontri, il bilancio della stagione estiva per gli operatori turistici calabresi. Dopo un giugno stentato, il mese di luglio ha fatto registrare una netta ripresa e ad agosto c’è stato il boom. “Speriamo che la stagione non finisca qui – dice all’AGI il presidente della Federalberghi regionale, Fabrizio D’Agostino, che spera in un trend favorevole anche per settembre – Il mese di luglio è stato decisamente buono rispetto a quello di giugno e ad agosto abbiamo registrato il pieno dappertutto. Il tasso di presenze è positivo e anche a settembre, grazie alle norme meno restrittive decise in Inghilterra e Germania per quanto riguarda gli spostamenti, speriamo in una massiccia presenza di stranieri”. Il fattore Covid, dunque, non ha pesato. “Nella regione – dice ancora D’Agostino – c’è ancora qualche focolaio, ma questo non ha comportato alcun problema particolare”.
Nemmeno il Green Pass ha fatto inceppare la macchina del turismo. “Il problema – dice ancora il presidente della Federalberghi calabrese – riguarda soprattutto i ristoranti. Per quanto concerne la ristorazione interna agli alberghi, invece, non c’è alcun obbligo”. Capitale del turismo calabrese si conferma, ancora una volta Tropea, la “Rimini del Sud”, con il comprensorio di Capo Vaticano. Lo dice lo stesso D’Agostino e lo conferma Antonio Loiacono, titolare di alcune strutture ricettive nella cittadina del Vibonese. “Tropea – afferma – è andata alla grande. Sono soddisfatto. C’é qualche lamentela legata all’emergenza sanitaria, ma abbiamo potuto lavorare grazie al turismo di prossimità, con prenotazioni di 5-6 giorni al massimo. Su tutta la costa, in ogni caso, i mesi di luglio e agosto sono stati positivi. Tropea e il suo comprensorio hanno ormai un’immagine consolidata anche all’estero e una migliore gestione della depurazione ci ha permesso di offrire un mare cristallino”. I problemi, secondo Loiacono, sono altri. “Manca il personale. Forse – dice l’imprenditore – è conseguenza di misure come il reddito di cittadinanza che spingono molti a rimanere a casa. C’è carenza di figure qualificate come cuochi e maitre”. Nessun problema particolare sta creando il Green pass. “Ci siamo organizzati – afferma – per la gestione dei buffet. Abbiamo dovuto ridurre il numero dei prodotti offerti al fine di contenere i tempi necessari per servire i clienti ai fini del distanziamento e questo un po’ ha scontentato gli utenti”. Poi c’è la nota dolente dei collegamenti. “La viabilità – denuncia Loiacono – non è all’altezza delle potenzialità del nostro turismo”.
Una conferma ulteriore del buon andamento della stagione balneare viene da Vittorio Caminiti, titolare di una rinomata struttura alberghiera di Villa San Giovanni. “Ad agosto – dice – siamo andati a gonfie vele, le strutture organizzate hanno fatto il pienone”. Anche Caminiti, che è presidente dell’Accademia del Bergamotto e della Fondazione Itis per la Calabria ed è stato presidente regionale di Federalberghi, evidenzia la difficoltà di reperire manodopera qualificata. “E’ stato questo l’unico problema – sottolinea – per il resto, come tutti gli anni, agosto si è rivelato il nostro punto di forza. La Calabria è la regione d’Italia con il più alto numero di camere occupate in questo periodo della stagione. Per quanto riguarda il Green pass – continua – i controlli sono stati blandi”.
Semmai, secondo Caminiti, il vero nodo da sciogliere riguarda la promozione dell’offerta turistica. “La Calabria – dice – ha la più lunga stagione invernale d’Italia, perché è conosciuta solo per il mare. Conseguentemente i turisti arrivano solo in estate”. Occorrerebbe invece, sostiene, promuovere la grande montagna, dal Pollino all’Aspromonte passando per la Sila. “Quello che servirebbe – dichiara – è una massiccia campagna promozionale che evidenzi, oltre alle bellezze naturali, anche l’enorme varietà dell’enogastronomia calabrese, ma spesso le polemiche hanno bloccato il marketing pianificato”. Il riferimento è al corto che la Regione aveva commissionato al regista Gabriele Muccino e con Raoul Bova interprete. “Sfumature – dice Caminiti – che i calabresi possono cogliere, ma di cui al turista non importa nulla”.
fonte: (AGI)