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giovedì, 28 Novembre, 2024
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CSA-Cisal: Il mistero della delibera del 2018 dell’Azienda Calabria Lavoro mai formalizzata dalla Regione

Riceviamo e pubblichiamo: 

Il sindacato CSA-Cisal qualche mese fa si era occupato della vicenda di decine e decine di delibere della Giunta regionale che seppur adottate non erano mai state pubblicate. Un’incredibile lacuna amministrativa di trasparenza dell’Ente considerando anche l’estrema rilevanza del contenuto di molti di quei provvedimenti. Fra queste, nell’elenco di quelle segnalate ce ne è una – addirittura del 2018 – che merita particolare attenzione. È la delibera n. 664 adottata appunto il 31 dicembre del 2018. L’oggetto è il seguente: “Presa d’atto modifica e integrazione della dotazione organica di Azienda Calabria Lavoro a seguito della Legge regionale n. 52 del 2018”. Inutile dire che ancora oggi la delibera della Giunta non è pubblicata. Anzi peggio, pare non sia stata notificata per il seguito di competenza all’Ente interessato, ossia alla stessa Azienda Calabria Lavoro.
 
UNA DELIBERA RIMASTA NEL CASSETTO CON LA PREVISIONE DI 287 LAVORATORI NELLA DOTAZIONE ORGANICA DI CALABRIA LAVORO E 5,1 MILIONI ALL’ANNO – Un buco impressionante e grave. Per capirne di più basta ricordare “l’entità” degli atti connessi. La legge regionale n. 52 adottata dal Consiglio regionale è peraltro d’iniziativa della Giunta regionale (il testo era stato adottato con la delibera n. 620 del 10 dicembre 2018). Già questo – sottolinea il sindacato CSA-Cisal – rappresenta un ulteriore elemento che rende misterioso il perché la presa d’atto della modifica della dotazione organica di Azienda Calabria Lavoro non sia stata poi recepita nelle forme necessarie dall’esecutivo regionale. Il testo prevedeva l’impegno finanziario di 5,1 milioni di euro annui per coprire l’inserimento nella dotazione organica di 287 lavoratori (201 di categoria C, 11 di categoria B e 75 di categoria D). Dipendenti appartenenti al bacino delle leggi n. 28 del 2008 e n. 8 del 2010. Insomma, un provvedimento per contrastare il precariato, con un impegno di risorse pubbliche non indifferente e fondamentale per tutelare i lavoratori coinvolti. Dopo i passaggi prima in Giunta e poi in Consiglio (ricordiamo che parliamo della precedente legislatura a guida Mario Oliverio) ci fu anche un decreto del dg allora in carica di Azienda Calabria Lavoro, il n. 106 del 21 dicembre 2018 che appunto recepiva le modifiche alla pianta organica. Più avanti, il 23 gennaio del 2019 seguì il decreto n. 5 che conferma l’impegno di spesa di 5,1 milioni di euro. Ma ancora non è possibile conoscere che fine abbia fatto la delibera della Giunta n. 664 del 31 dicembre 2018. Eppure, sono passati quasi tre anni. 

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IL SEGRETARIATO GENERALE SOLLECITO’ CINQUE VOLTE LA FORMALIZZAZIONE DELL’ATTO DELLA GIUNTA CHE INVECE SPARI’ – Che tale atto fosse importante e dovesse essere formalizzato dal dipartimento competente “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali”, oltre che essere pubblicato, ne era perfettamente consapevole anche il segretariato generale della Regione. Allora rivestiva l’incarico di “notaio dell’Ente” Ennio Apicella che il 7 gennaio 2019 chiese appunto al dg del dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” di procedere alla “formalizzazione della predetta deliberazione” che in un altro passaggio si scoprirà essere stata approvata “con modifiche” nella seduta del 31 dicembre 2018. Il segretario generale dell’epoca e dirigente del settore “Segreteria di Giunta” fecero – rivela il sindacato CSA -Cisal – ben altri quattro solleciti scritti: il 13 febbraio 2019, il 12 aprile 2019, il 1° luglio 2019 e il 25 settembre 2019. Loro stessi sottolineando “il tempo trascorso”. Da allora non se ne seppe più nulla e cessarono anche i solleciti. Probabilmente anche perché in successione subentrò la nuova Legislatura e cambiarono direttori generali e segretario generale. Ma la delibera rimane nel cassetto e non viene formalizzata.
 
LA GIUNTA REGIONALE HA IL DOVERE DI VIGILANZA E CONTROLLO SULLA PIANTA ORGANICA DI AZIENDA CALABRIA LAVORO – Per giunta potrebbe non essere soltanto una questione di trasparenza. Infatti, la legge regionale n. 5 del 2001 (in materia di lavoro e politiche sociali) prevede una serie di norme che disciplinano la vigilanza e il controllo della Giunta su Azienda Calabria Lavoro. L’articolo 25 dispone testualmente che “L’Azienda è sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale tramite il competente settore che si esercita con il controllo degli atti afferenti: a) il bilancio di previsione e il programma annuale di attività; b) il rendiconto generale annuale e c) la pianta organica”. Non ci sono particolari dubbi che l’intera vicenda ricada proprio in quest’ultima fattispecie. Come detto – aggiunge il sindacato CSA-Cisal – ci sono stati due decreti del direttore generale dell’epoca di Azienda Calabria Lavoro che avevano preso atto della modifica della pianta organica e poi del relativo stanziamento in bilancio. Eppure, è sempre mancata la formalizzazione della delibera di Giunta n. 664 essenziale per la completezza del procedimento amministrativo.

DOPO TRE ANNI E’ ORA DI TIRARE FUORI LA DELIBERA – A quasi tre anni di distanza la circostanza che una delibera così importante non sia stata formalizzata e nemmeno pubblicata è inqualificabile, il fatto che riguardi un così elevato numero di dipendenti (ricordiamo del bacino della legge 28 del 2008 e della legge n. 8 del 2010) è indecente. Non è ammissibile – tuona il sindacato CSA-Cisal – che un’Amministrazione pubblica sia così superficiale nei confronti dei lavoratori. Possibile che questa delibera sia sparita? Esisterà pure un verbale della seduta di Giunta, perché non si trova l’atto? E cosa significa quanto riportato dal sollecito del segretario generale di allora che la delibera era stata approvata “con modifiche”? Ripetiamo, non si tratta soltanto di un macroscopico buco nella trasparenza dell’Ente (tuttora esteso visto che molte altre delibere di Giunta sono da lungo tempo non pubblicate) ma anche di linearità nei procedimenti amministrativi, che in questo caso addirittura tocca circa 300 dipendenti. Chiediamo pertanto al dg del dipartimento “Lavoro”, che sappiamo essere attento e preciso, di risolvere questo mistero e far uscire finalmente il testo di questo provvedimento provvedendo alla sua pubblicazione. Anche l’attuale commissario di Azienda Calabria Lavoro potrà trovarsi con una procedura amministrativa più completa rispetto a quella attuale in cui non tutti i tasselli sembrano al loro posto. La politica non stia a guardare ma assuma un atteggiamento responsabile affinché tutte le carte siano recuperate e i lavoratori siano rassicurati. Questi ultimi non meritano certo di ritrovarsi con spiacevoli sorprese a distanza di tre anni. I dipendenti meritano rispetto. Per questo – conclude il sindacato CSA-Cisal – si azzeri una volta per tutte questa imbarazzante prassi di non pubblicare le delibere dell’esecutivo a distanza di molto tempo. Non è serio che atti amministrativi di questo tipo non si trovino a tre anni di distanza. 

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