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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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Appello Coordinamento Calabrese acqua pubblica e Movimenti per l’Acqua

“Dopo anni di disservizi e inefficienze, le politiche di gestione dell’acqua in Calabria si trovano di fronte ad un nuovo, importante punto di svolta. L’Autorità Idrica della Calabria (AIC), che è l’Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale, composto da una rappresentanza di sindaci, è chiamato a scegliere l’Ente Gestore cui operativamente sarà affidato il servizio idrico integrato dell’intera regione. Un passaggio decisivo per i prossimi anni, la cui importanza è ulteriormente sottolineata dalle ingenti risorse che saranno rese disponibili dal PNRR”. È l’appello, per una gestione del Servizio Idrico Integrato in Calabria tramite Azienda Speciale, promosso dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “B. Arcuri” insieme al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e sottoscritto da varie associazioni e gruppi.

“La scelta della forma di gestione che l’assemblea dell’AIC ha determinato – prosegue la nota – anche sulla scorta di una consulenza esterna, è quella di una società per azioni (SpA) a capitale pubblico. Tale scelta è stata presentata come unica ed inevitabile per garantire la pubblicità del servizio. I movimenti dell’acqua contestano tale assunto. Una società per azioni, anche se a capitale completamente pubblico, è soggetta al diritto privato. La proliferazione della gestione dei servizi pubblici “in house” mediante società nel nostro Paese è dettata dalla volontà da parte degli amministratori pubblici, eletti, di liberarsi dall’onere e impegno di una funzione che, comunque, compete a loro. Le società, anche a capitale totalmente pubblico, devono rispettare vincoli e regole dettate dal Codice civile ed essendo, il Codice civile, destinato a regolare le attività economiche private, sono una contraddizione e negazione delle regole cui devono uniformarsi le pubbliche amministrazioni. Una SpA a capitale pubblico non pubblicizza il servizio idrico, nelle condizioni in cui questo versa nella nostra regione si tratta di una scelta forzata, opportunistica e molto probabilmente provvisoria, in particolare considerando il quadro nazionale, nel quale il Sud Italia è individuato come la “nuova frontiera” per un rilancio dei processi di privatizzazione basati sull’espansione del territorio di competenza di alcune grandi aziende multiservizio quotate in Borsa che gestiscono i fondamentali servizi pubblici a rete (acqua, rifiuti, luce e gas)”.

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I movimenti per l’acqua ribadiscono che acqua bene comune non vuol dire “capitale pubblico”, ma “gestione pubblica”, ossia azienda speciale. “Un’azienda speciale – specificano – ed in particolare un’azienda speciale consortile, ha tutte le caratteristiche per la gestione del servizio idrico: è un’impresa, come le società, ed ha quindi tutte le caratteristiche di imprenditorialità necessarie per una gestione operativa e non burocratizzata; non ha problemi di bancabilità e, quindi, può ricorrere a qualsiasi forma di finanziamento degli investimenti, in funzione solo dalla credibilità del progetto; riduce il numero delle persone con autonomia gestionale, limitandola ad una sola, il direttore, che ha responsabilità gestionale, ma è subordinato agli indirizzi e al controllo degli Enti Locali; restituisce agli Enti Locali il ruolo che a loro compete per la gestione di un servizio che rappresenta un diritto fondamentale e destinato a soddisfare un bisogno essenziale per la vita umana. Facciamo presente, tra l’altro, che riesce davvero difficile immaginare una gestione centralizzata per i differenti e molteplici problemi degli oltre 400 comuni calabresi. La scelta del modello di gestione non è tecnica e nemmeno economica, ma politica”.

Pertanto, i movimenti dell’acqua rivolgono un appello “affinché si apra un ampio dibattito pubblico sulla gestione del servizio idrico integrato. A tale scopo, nell’ambito di un rinnovato percorso di mobilitazione che parte nella seconda metà di ottobre un confronto pubblico, cui invitiamo fin d’ora il futuro Presidente della Regione, in cui espliciteremo la nostra proposta per una modalità di gestione che rispetti pienamente l’esito referendario, creando le basi per una gestione trasparente e partecipata, che coinvolga e responsabilizzi le istituzioni di prossimità, i lavoratori e i cittadini.

Promotori e primi firmatari sono: Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” −  Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua −  Lipu Calabria −  Italia Nostra Calabria −  WWF Calabria Citra −  Forum Ambientalista −  Comitato Stop Incendi Calabria −  Comitato per la Costituzione e i Beni Comuni di Bisignano −  Forum del Reventino −  Associazione di volontariato Cotroneinforma −  Associazione Costa Nostra – Curinga −  Associazione Il Brigante – Serra San Bruno.

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