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venerdì, 27 Dicembre, 2024
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Regione, nuova denuncia del sindacato CSA-Cisal: “Dirigente generale della sanità in confusione”

Il brutto inciampo sull’esclusione dei dirigenti regionali di ruolo dall’incarico di dirigente generale dei dipartimenti determinata da motivi “inverosimili” (e poi omissati) purtroppo non è rimasto isolato. Un nuovo e senza dubbio più grave episodio si è consumato all’interno proprio del dipartimento “Tutela della Salute”. Si sono verificati fatti – denuncia il sindacato CSA-Cisal – che purtroppo denigrano profondamente i dirigenti di settore. Esattamente ciò che avevamo invitato a evitare in questa fase di riorganizzazione della macchina amministrativa. Sappiamo bene che l’Amministrazione, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, vuole dare subito un impulso energico per dimostrare l’avvento del cambiamento, soprattutto nel settore sanitario, dove il Presidente ha anche ricevuto l’incarico governativo di commissario ad acta. Tuttavia, ci sono dei limiti.

Il testo della “sconcertante” pec del 15 dicembre
Limiti che ha assolutamente superato il nuovo dirigente generale Iole Fantozzi con una pec inviata a tutti i dirigenti di settore in data 15 dicembre. O meglio, inviata dalla sua segreteria (quasi a non voler nemmeno mettere la firma su un qualcosa che evidentemente temeva essere veramente troppo forte. Ci sarebbe da chiedersi, quindi, se sia stata una scelta “strategica” l’invio della pec in questione). Ebbene, nella comunicazione ai “suoi” dirigenti si chiede che in ogni decreto sottoposto alla direzione venga riprodotto il seguente testo: “Attesa la situazione di scarsa attendibilità dei dati proposti a questa direzione dai dirigenti e responsabili dei settori del dipartimento, al fine di non bloccare l’attività amministrativa del dipartimento, il Dirigente generale procederà con la prosecuzione di tutte le attività in essere precisando però che i documenti prodotti potranno riportare solo le risultanze di attività di analisi e contabilizzazioni svolte dai responsabili dei Settori nei relativi periodi di riferimento. Gli stessi responsabili – si legge ancora nel testo – custodiscono la relativa documentazione contabile ed amministrativa che il Dirigente generale non ha ancora avuto modo di verificare con specifica due diligence in quanto si è insediato solo in data 29/11/2021”. Poche volte – evidenzia il sindacato – ci è capitato di leggere un atto interno così duro e delirante nei suoi contenuti.

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La confusione del dirigente generale della sanità e l’onorabilità lesa di dirigenti e funzionari
Piccola parentesi, forse il dirigente generale non ha ancora capito che si trova in una pubblica amministrazione? Non c’è bisogno di una “due diligence” (mica deve acquistare una società o concludere un affare!), ma piuttosto di una ricognizione delle attività amministrative precedenti al suo insediamento (come si è accorta di dover fare soltanto dopo il misfatto, visto che è previsto un incontro per giorno 27 dicembre). Ma se fosse soltanto una questione di termini non ci sarebbe nemmeno il problema, che invece è di sostanza e alquanto pesante. Se non fosse chiaro: il dirigente generale sta chiedendo ai dirigenti e ai responsabili dei settori del dipartimento “Tutela della Salute” di “auto-denunciarsi” scrivendo all’interno di ogni decreto che i loro stessi dati non sono “attendibili”. Come può aver pensato di scrivere nero su bianco un’offesa del genere nei confronti di dirigenti che, teoricamente, dovrebbe coordinare. Come può essere stata così superficiale da non capire che una pec del genere sarebbe divenuta un boomerang. Mettiamoci nei panni di un dirigente di settore della Sanità: da oggi chi invierebbe mai un decreto con quella dicitura con cui denuncia sé stesso di non essere attendibile? È chiaro che tutti i dirigenti siano parecchio risentiti. Per non parlare dei funzionari che materialmente impostano e scrivono il decreto, da responsabili del singolo procedimento, che si assumono pro-quota la responsabilità dell’atto. Con le parole della pec è stata fortemente lesa l’onorabilità di dirigenti e funzionari, che la dirigente generale – aggiunge il sindacato – non ha avuto il buon senso, dalla data del suo insediamento (29 novembre), di voler incontrare per un confronto o almeno per un primo approccio conoscitivo.
Se non lo sapesse, nei settori ad oggi scoperti (sono tre) è lei ad adottare decreti su proposta dei responsabili di procedimento. A questo punto, se fosse coerente, ci aspettiamo che inserisca la stessa formula “sull’attendibilità” dei dati posti alla base dei suoi atti.

I doveri dimenticati e il paradosso degli atti “non attendibili”
Francamente non si capisce, come da dirigente generale del dipartimento, dovrebbe obbligare a far usare a colleghi (dirigenti) e funzionari quelle espressioni auto-infamanti nel tentativo (fallito) di non assumersi alcuna responsabilità. Oltretutto non sembra che abbia richiesto, specularmente, una decurtazione dello stipendio per diminuzione di responsabilità. Agli onori si accompagnano gli oneri e magari, a questo livello apicale, anche la conoscenza delle norme.
Probabilmente la dg Fantozzi sarà ancora in clima da Grande Ospedale Metropolitano a Reggio Calabria (il suo precedente incarico), ma per la Regione esiste la legge regione n. 7 del 1996 – “Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale”. È bene che lei sia messa a conoscenza del fatto che ha il dovere di svolgere “verifiche e controlli sull’attività dei dirigenti”, di garantire la continuità amministrativa, di coordinare i dirigenti, di trasmettere gli atti dipartimentali senza la presunzione (divenuta certezza nella pec) che siano basati su dati inattendibili. Come potrebbe mai adottare un decreto se i dati sono non attendibili? Ripetiamo, sotto molti punti di vista, il contenuto di quella pec è davvero grave. È come se ci fosse una “presunzione di decreto amministrativo non attendibile”. Che modo è mai questo di lavorare in un Ente come la Regione Calabria. Se la Dirigente è così tanto preoccupata, occorre nuovamente ribadirle una previsione della legge regionale 7 del 1996 che le consente di “assumere personalmente i provvedimenti del Dipartimento, esercitando i relativi poteri di spesa” senza intimare l’utilizzo nei decreti di bislacche formule.
E ancora – rileva il sindacato – non era certo un mistero che l’incarico di dirigente generale del dipartimento sanità calabrese fosse uno dei più complicati in assoluto, ma usare questi stratagemmi per deresponsabilizzarsi francamente è un insulto all’intelligenza.

L’appello al presidente occhiuto e la richiesta d’incontro con la dirigente generale
Non vogliamo infierire oltre – aggiunge il sindacato CSA-Cisal – seppure potremmo. Vogliamo solo ricordare che il sindacato con l’ultimo dirigente generale esterno della Sanità non ha avuto certo un bel rapporto e alla fine lo stesso se ne è andato anzitempo, dimettendosi. Le facciamo notare un altro aspetto: se qualsiasi cittadino calabrese leggesse all’interno dei decreti del “suo” dipartimento “quella dicitura sulla non attendibilità dei dati”, che fiducia potrebbe nutrire sull’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa? Piuttosto il dirigente generale della Sanità, dopo aver compreso la gravità di quanto commesso, faccia quello che si deve fare: annullare la comunicazione con tanto di scuse ai dirigenti di settore. Non sappiamo se la pec sia stata condivisa con la struttura commissariale, dunque con il sub-commissario Maurizio Bortoletti e con il commissario Roberto Occhiuto. Onestamente auspichiamo che ciò non sia avvenuto, sarebbe ancora più preoccupante. Questa denuncia, comunque, servirà a portare a loro conoscenza che di certo questo non è il modo corretto di procedere. È sacrosanto rifondare il dipartimento senza dubbio più problematico della Regione Calabria, ma c’è modo e modo di agire. Se si vogliono sostituire i dirigenti di settore si proceda agli avvisi per il conferimento dei relativi incarichi invece di utilizzare questi mezzi. Del resto, da poco, sono stati messi a bando i 3 settori del Dipartimento “Tutela della Salute” ad oggi scoperti; quale occasione migliore per “rideterminare l’assetto dipartimentale”? Potevano essere messi a bando tutti, in considerazione delle attuali reggenze. Perché non lo si è fatto?
Siamo al fianco del presidente Occhiuto quando dice che la musica deve cambiare e la macchina burocratica deve fare di tutto per il bene dei calabresi, ma occorre farlo senza stonature. Bisogna evitare – conclude il sindacato CSA-Cisal – di offendere professionalità che sono in Regione da tempo e che hanno dato il loro contributo, anche nel dipartimento della Sanità. Bisogna fare in modo che un manager apicale capisca che i dirigenti sono parte di una squadra che deve riorganizzare e motivare, ma non estranei da incontrare per caso nei corridoi. La storia insegna che i generali senza esercito non hanno mai vinto le guerre.
Chiediamo un incontro urgente alla dirigente generale per chiarire tutti questi aspetti, sperando che “corregga il tiro” dopo questo grossolano errore”.

(c.s.)

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