Roma – Lo stop alla fornitura di gas dalla Russia “non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione”. Sono le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa. “Ma la situazione si sta modificando davanti ai nostri occhi, le devastazioni e i massacri” in Ucraina “ci hanno sorpreso.
L’aggressione premeditata” della Russia “si stava svolgendo in un modo terribile, ma ora sembra che i massacri di civili e bambini aumentino costantemente e questo spinge molti leader politici e l’Unione europea a prendere sanzioni sempre più severe. Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo, non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i paesi alleati si chiedono: ‘In assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace” in una “posizione da non serva”.
“Se dovessero cessare le forniture di gas oggi, fino a tardo ottobre siamo coperti dalle nostre riserve e da varie altre produzioni. Le conseguenze non le vedremo fino all’autunno”, dice il premier.
“Noi andiamo con quello che decide l’Unione europea -spiega-. Se ci propongono l’embargo sul gas e se l’Unione europea è uniforme su questo, noi saremo ben contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più importante ed efficace per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con l’aria condizionata accesa tutta l’estate? Io la metterei in questi termini”.
(Adnkronos)