Il reddito complessivo totale dichiarato nel 2021, e riferito all’anno di imposta 2020, ammonta a oltre 865,1 miliardi di euro, in calo di 19,4 miliardi rispetto all’anno precedente, per un valore medio di 21.570 euro, in flessione dell’1,1% rispetto al reddito complessivo medio del 2019. Lo rende noto il Ministero dell’economia e delle finanze, sottolineando come il contesto economico negativo del 2020, anno della crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, si riflette su tutti gli aggregati statistici delle dichiarazioni fiscali. L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.770 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.630 euro).
Nel 2021, circa 41,2 milioni di contribuenti hanno assolto l’obbligo dichiarativo, in calo di oltre 345.000 soggetti (-0,8%) rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, sono 22,6 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730 con un aumento di oltre 566.000 contribuenti rispetto all’anno precedente; 9 milioni di soggetti hanno presentato invece il modello Redditi Persone Fisiche, mentre i dati dei restanti 9,6 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello CU compilato dal sostituto d’imposta.
Analizzando le dichiarazioni dei redditi 2021 riferite all’anno di imposta 2020 risulta che il 27% dei contribuenti, che dichiara circa il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 70.000 euro si posiziona circa il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70.000 euro, versando il 29% dell’Irpef totale.
Dalle dichiarazioni per l’anno d’imposta 2020 risultano 12,8 milioni di soggetti con bonus spettante o trattamento integrativo per un ammontare di 11,9 miliardi di euro (+19,7% rispetto al 2019). A partire dal 2020, tra gli oneri detraibili al 30% sono comprese le erogazioni liberali per Covid-19, tali oneri sono stati pari complessivamente a 61 milioni di euro, da parte di oltre 200mila contribuenti. Per gli oneri detraibili al 19%, (pari a circa 27,2 miliardi), a partire dal 2020, sottolinea il Mef, la detrazione spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili, ad esclusione di alcune tipologie di spese sanitarie. Inoltre per alcune tipologie di spese (spese d’istruzione, universitarie, spese funebri, erogazioni liberali ad associazioni sportive dilettantistiche, Onlus, enti dello spettacolo, spese veterinarie, premi assicurativi) la detrazione viene ora commisurata al reddito complessivo: in particolare la detrazione spetta in misura piena per i soggetti con reddito complessivo fino a 120.000 euro e decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento del reddito complessivo di 240.000 euro. Queste modifiche spiegano il calo del 14,8% dell’importo totale di tali oneri, che ammontano complessivamente a 27,2 miliardi.
Nel 2020 l’imposta netta Irpef totale dichiarata è pari a 159,3 miliardi di euro, (-3,5% rispetto all’anno precedente). Al netto degli effetti del bonus Irpef, l’imposta netta risulta pari in media a 5.250 euro e viene dichiarata da circa 30,3 milioni di soggetti, pari a circa il 74% del totale dei contribuenti. Circa 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Si tratta prevalentemente, spiega il Mef, di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento. Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus Irpef e trattamento integrativo, i soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,8 milioni.
Sono circa 4,2 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per l’anno d’imposta 2020, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+0,3%). Il volume d’affari dichiarato è stato pari a 3.195 miliardi (-10,2%). Circa il 60% del volume d’affari è costituito dalle operazioni imponibili, pari a 1.896 miliardi (-10,2%). Nel dettaglio, la divisione di attività che comprende le agenzie di viaggio, le attività di organizzazione e gestione di gite turistiche, i tour operator e le attività delle guide turistiche ha subito una riduzione di oltre il 73% del volume di affari; in quella che include il trasporto aereo o spaziale di passeggeri o di merci la contrazione è stata del 61%, mentre la fornitura di alloggi per brevi periodi a visitatori e viaggiatori evidenzia una riduzione di oltre il 50%. D’altro canto, si registra un incremento per la divisione che include i servizi postali e le attività di corriere quali il ritiro, il trasporto e la consegna di pacchi (+40%), a seguito dell’intensificarsi del commercio a distanza.
L’incremento di oltre il 45% dichiarato nella divisione che comprende le attività degli studi di architettura e di ingegneria appare invece legato ai nuovi incentivi fiscali Irpef, quali il bonus facciate e i primi interventi per il superbonus energetico. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale del volume d’affari, le prime due regioni per numerosità di dichiaranti (Lombardia e Lazio) contribuiscono per circa il 46% al volume d’affari totale nazionale ed entrambe manifestano una variazione negativa pari, rispettivamente, a -9,7% ed a -15,6%, mentre la più marcata riduzione del volume di affari è dichiarata in Sardegna (-33,6%), regione dove hanno una quota importante le attività legate al turismo. Per l’anno d’imposta 2020, l’Iva di competenza è risultata pari a 101,6 miliardi, in calo del 7,3% rispetto all’anno precedente, con una base imponibile pari a 650,1 miliardi (-9,4%).