Fa discutere la comunicazione degli enti preposti circa un’attacco hacker al sito di Fincalabra, lo scorso 8 aprile, durante le fasi inerenti la partecipazione online al bando ‘Riapri Calabria’. Perplessità vengono espresse dai giovani commercialisti e gli esperti contabili della Calabria sulle procedure relative al cosiddetto click day del bando ‘Riapri Calabria’.
“Nessun comunicato degli enti preposti ha chiarito che tipologia di attacco hacker è stato subito, quale pericolo sia sorto per gli utenti che hanno comunicato dati riservati, quali contromisure sono intervenute per contrastare la diffusione dei dati anagrafici, dei fatturati annui, delle coordinate IBAN, dei documenti di identità, dei certificati di firma digitale, forniti all’uopo da Imprese, Professionisti e Consulenti (chiamati questa volta addirittura ad attestare i fatturati), quali precauzioni saranno introdotte per evitare che si ripeta in futuro. Per tutto quanto descritto – affermano- chiediamo risposte chiare nonché dettagliate, così da arginare il ‘disordine’ tra gli operatori economici, le Imprese, i Professionisti e i Consulenti, costretti a destreggiarsi tra le già complesse piattaforme informatiche e le macchinose procedure implementate dalla nostra Amministrazione Regionale e dai soggetti gestori di cui onerosamente si serve”.
Ma altre perplessità vengono evidenziate dai Presidenti delle Unioni di Castrovillari (Alfredo Iannitelli), Catanzaro (Salvatore Passafaro), Cosenza (Pier Maria Prisco), Crotone (Emilio Pisani), Lamezia Terme (Francesco Moraca), Locri (Giuseppe Belcastro), Palmi (Pietro De Pasquale), Paola (Michela Sarli), Reggio Calabria (Mauro Iemma) e il coordinatore regionale Leopoldo Bilotti che scrivono: “Nella terza edizione del bando Riapri Calabria, relativo all’avviso pubblico per selezionare e concedere aiuti alle imprese colpite dall’emergenza Covid, ‘Riapri Calabria Ter’, nella giornata del fatidico ‘click day’ dell’8 aprile scorso allo scoccare dell’orario di apertura per l’invio delle domande già predisposte e caricate, gli utenti sono stati impossibilitati ad accedere alla piattaforma”.
“Attimi concitati, tra imprenditori e professionisti nel panico e consulenti sommersi di chiamate dai propri clienti in cerca di risposte – scrive il coordinamento regionale dell’unione giovani commercialisti e contabili -. La stessa Fincalabra Spa, soggetto gestore dell’avviso, ha alimentato la suspense e l’enfasi del momento comunicando il rinvio della fase 2 con diversi messaggi, ognuno con orari differenti, nutrendo ancor di più la confusione degli operatori intenti ad effettuare il reinvio. Alla fine, la tanto attesa fase 2 viene chiusa con un deludente comunicato che posticipa il ‘click day’ al 21 aprile, dalle ore 10 alle ore 18, a causa della indisponibilità della piattaforma telematica dedicata a seguito di un attacco ‘hacher’ che ha colpito il sistema informatico di Fincalabra impedendo, di fatto, l’invio telematico della domanda di partecipazione, e concludendo inoltre che il rinvio si è reso necessario per garantire la parità di trattamento degli utenti“.
L’Ungdc rileva che “sin dalla prima edizione si palesava la non equità della formula del ‘click day’, dovuta alla disparità di efficienza e funzionalità di collegamento alla rete dai diversi territori calabresi. Ahinoi, non è una novità infatti che il nostro territorio non è ancora omogeneo nella fruizione del servizio di collegamento alla rete internet e questo non può che rappresentare già una prima discriminante, che inevitabilmente crea ineguaglianze nella concorrenza alla gara del click. In secondo luogo, è ormai noto che il meccanismo della presentazione a sportello comporta un prevedibile sovraccarico della piattaforma, con i server in evidente sovraccarico a causa dell’elevato numero di utenti collegati in un lasso di tempo troppo stretto. E questo avviene, come noi ben sappiamo, su ogni piattaforma implementata dalle Pa. Tuttavia, questa volta, questa problematica – già presentatasi nelle precedenti edizioni dell’Avviso ‘Riapri Calabria’ – poteva e doveva essere prevista e, pertanto, risolta per tempo, in quanto già all’esito della fase antecedente all’invio, la fase 1, è noto il numero di utenti che andranno a collegarsi per l’invio allo scoccare della fase 2. Si ricorda, infatti, che nel corso della fase 1 si procede alla registrazione dell’utente, alla predisposizione della domanda ed al caricamento degli allegati, cosicché è facilmente individuabile il numero degli operatori pronti per il click day. Ma, ciò nonostante, questo meccanismo si è rivelato puntualmente un fallimento. È, dunque, plausibile ragionare su una modalità differente? E’ chiedere troppo?”.