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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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Minorenne di “famiglia bene” stuprò coetanea in Calabria, la Cassazione condanna anche i suoi genitori

Pagano anche i genitori – e non in senso figurato, ma in contanti a decine di migliaia di euro – per gli atti di violenza sessuale commessi dai figli minorenni, anche se prossimi alla maggiore età, e padre e madre rispondono “a titolo autonomo” davanti al giudice civile per risarcimento del danno in favore delle vittime e dei loro familiari, non “quali esercenti la potestà sul minore”, ma per non aver dato “una buona educazione” ai figli autori di stupro e cresciuti con “una personalità incline alla violenza ed alla sopraffazione”, e non sottoposti “ad adeguata vigilanza”.

Così la Cassazione – per un drammatico episodio di violenza sessuale avvenuto nel 2004 in Calabria, nell’ambito di un gruppo di minorenni di famiglie ‘bene’ – ha confermato la condanna per lo stupratore e i suoi genitori a risarcire con 130mila euro la vittima della violenza, che oggi è una donna sposata e con figli, con 30mila euro la madre della vittima per tutte le ansie patite, con 5mila euro il padre e con 3mila euro la sorella. Cifre da aggiornare con gli interessi a partire dal giorno della violenza, come stabilito dalla Corte di Appello di Catanzaro nel gennaio 2020.

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L’autore dello stupro era stato giudicato dal Tribunale dei minori che “aveva escluso che l’episodio potesse costituire un fatto isolato sulla base delle dichiarazioni rese dalle persone informate, idonee a descrivere il ragazzo come persona violenta, aggressiva, capace di incutere timore agli altri”. Mentre lui violentava la vittima, un altro ragazzo impediva alla amica della ragazzina che urlava di accorrere in suo aiuto, mentre un terzo ragazzo alla fine della brutalità con la scusa di accompagnare a casa la minorenne violata ne approfittava a sua volta nell’abitacolo dell’auto.

Il verdetto della Cassazione è contenuto nella sentenza 13752 della Terza sezione civile, presidente Giacomo Travaglino, relatore Enrico Scoditti. Rigettando il ricorso la Cassazione, che ha dichiarato “infondate” le argomentazioni difensive, ha inflitto a tutti – violentatore e genitori – oltre 12mila euro di spese in favore delle parti civili.

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