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sabato, 21 Dicembre, 2024
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Reggio Calabria, il ministro dell’Interno Lamorgese presiede Comitato provinciale per ordine e sicurezza pubblica

La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in Prefettura a Reggio Calabria per partecipare al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Tra gli argomenti in discussione la situazione relativa agli sbarchi di migranti che stanno interessando diversi Comuni della fascia ionica reggina.

“Il mondo è in sommovimento, non riguarda solo l’Italia”. A dirlo è stata la titolare del Viminale in relazione all’arrivo di migranti, incontrando i giornalisti dopo avere partecipato alla riunione. Nessuno può dire, secondo Lamorgese, quanti migranti arriveranno in “Italia, in Germania o in Francia. Certo la situazione vede un aumento e dobbiamo aspettarci dei numeri più elevati dell’anno scorso quando c’era una situazione geopolitica complicata, ma oggi è ancora più complicata da una guerra che sta alle porte. I flussi sono aumentati in questo anno e mezzo. Se noi andiamo a vedere i dati statistici precedenti ci davano numeri irrilevanti. D’altra parte noi immaginavamo la pandemia? Immaginavamo la guerra? Così non si immaginava neanche una rotta che arriva dalla Turchia e con tutti i profughi o richiedenti asili che sono lì, il primo porto è quello di Roccella Ionica”.

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“Stiamo pensando – ha aggiunto il ministro – a una soluzione che sia un po’ più strutturata rispetto a quella che c’era a Roccella, che è un luogo di transito perché i migranti arrivano e poi vengono redistribuiti sul territorio. Tenete conto che adesso sarà più semplice la ripartizione su tutto il territorio. Quello che è importante che ci sia un ruolo dell’Europa.

Non mi stancherò mai di ripeterlo. Questo fine settimana sarò a Venezia con i ministeri dell’interno del Mediterraneo proprio per stabilire insieme la strategia da portare in Europa al prossimo Consiglio europeo e bloccare il patto di immigrazione e asilo che è fermo da troppo tempo. È fermo perché i due concetti che dovevano andare di pari passo, quello della responsabilità e della solidarietà, non erano un binomio accettato dai 27 Paesi. Noi stiamo spingendo su questa linea. Anche perché ci sia poi il concetto che chi arriva in Italia, arriva in Europa e ci deve essere una redistribuzione anche negli altri Paesi. Se l’Europa esiste, deve essere anche in questo. La responsabilità noi ce la prendiamo tutta, ma che ci sia anche una solidarietà. Su questo spero che, assieme agli altri ministri, potremmo trovare una strada che ci consenta, con i presidenti di turno, di avere un risultato concreto”.

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