“Insieme a Maria, anche io questa sera elevo al Signore il mio Magnificat. Il mio desiderio è quello di custodire nel mio cuore gli incontri, gli eventi e soprattutto le tantissime persone che in questi tre anni brevi, intensi e profondi hanno segnato in modo indelebile la mia vita. Sono stato ordinato Vescovo a Lamezia Terme, il 6 luglio 2019: qui sono nato come Vescovo. Conservo tutto questo nel mio cuore. È un regalo che il Signore ha voluto farmi, senza nessun merito. Rendo grazie al Signore per quello che Lui ha voluto operare, per quello che Lui ha voluto donarmi attraverso l’affetto e la benevolenza di ciascuno di voi. Un pensiero a quanti non sono qui, a quanti sono nella sofferenza e nella solitudine, agli invisibili: sono loro che ci restituiscono il Vangelo.” Così monsignor Giuseppe Schillaci, amministratore apostolico della Diocesi di Lamezia Terme, nella celebrazione eucaristica di ringraziamento al Signore per il suo ministero episcopale nella comunità lametina, a pochi giorni dal suo insediamento come vescovo della Chiesa di Nicosia, il prossimo 11 giugno. “Guardiamo a Maria, la Credente, che si è consegnata pienamente al Signore e si è affidata a Lui perché in Dio ha capito sé stessa – ha proseguito Schillaci – Anche quando non ha compreso tutto, perché a noi uomini non sempre è dato comprendere tutto. Proviamo a cambiare prospettiva: non siamo noi i protagonisti, capaci di muovere e smuovere tutto, ma è Dio che prende l’iniziativa. Lasciamo a Dio il primato. L’uomo spesso si lascia prendere da pensieri tristi, non sempre è capace di sperare nell’altro, soprattutto quando vede nell’altro un rivale, una minaccia. Pensiamo alla guerra assurda che si sta consumando nel cuore dell’Europa, pensiamo alle guerre dentro di noi. Dio non dispera mai di nessuno, Dio è capace di rischiare, di scommettere, di coinvolgersi”.
Dal presule, il monito per “una Chiesa in uscita, come ci esorta Papa Francesco, una Chiesa che viva la comunione, la partecipazione, la missione. A questa Chiesa di Lamezia, a conclusione del mio cammino insieme a voi, dico: camminiamo insieme! La Chiesa in uscita non è una Chiesa preoccupata di sé stessa, sulla difensiva, ma una Chiesa che va incontro generosamente a tutti, con un abbraccio, come ci ricordava monsignor Serafino Parisi nel suo primo messaggio alla nostra Chiesa diocesana. Mettiamoci in piedi, andiamo con fiducia e coraggio a portare la Buona Notizia del Vangelo. Camminiamo insieme nella fede, nella carità, nella gioia. Guardiamo a Maria e torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza. Prendiamo l’iniziativa come comunità evangelica e andiamo incontro a tutti, soprattutto agli esclusi. Tenerezza e affetto non sono virtù dei deboli ma dei forti, di quelli che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. A Maria affidiamo la nostra Chiesa di Lamezia e il nuovo pastore, monsignor Serafino Parisi, al quale auguriamo fede retta, speranza certa, carità operosa al servizio della nostra gente di Lamezia Terme e della Calabria. La concelebrazione eucaristica, animata dal coro della Cattedrale con i coristi della diocesi diretti dal maestro Attilio Lorenti, ha visto la partecipazione dell’arcivescovo di Catanzaro – Squillace monsignor Claudio Maniago e di numerosi sacerdoti da tutta la Diocesi.
Rivolgendosi a monsignor Schillaci a nome di tutto il clero diocesano, all’inizio della celebrazione, don Pino Angotti, delegato vescovile ad omnia, ha sottolineato alcuni tratti significativi del ministero di Schillaci che “resteranno nel nostro cuore incise come fuoco: la sua mitezza, il suo profondo rispetto dell’altro, di chiunque altro; il suo paziente attendere quando il passo di qualcuno di noi non era abbastanza spedito perché appesantito dai lacci di logiche a volte non proprio evangeliche; il suo ostinato pensare positivo di chiunque; il suo amore per i più piccoli, i più fragili, per quelli che per gli altri non contano ma che sono preziosi davanti a Dio; il suo amore per questa chiesa che ha servito come un innamorato; il suo cercare la persona visitandola laddove essa vive; il suo desiderio di cercare soluzioni possibili e praticabili alle diverse necessità che si presentavano preoccupato unicamente di non sacrificare mai, nei limiti del possibile, il bene di tutte le persone in esse coinvolte; la disponibilità all’incontro e al dialogo sincero per trovare soluzioni capaci di risolvere efficacemente conflitti sociali nell’interesse del bene comune, atteggiamenti esistenziali che nascono da una sorta di regola di vita che lei si è dato … l’altro prima di me.” Angotti ha ricordati gli anni difficili della pandemia e della sofferenza personale che ha toccato il vescovo Schillaci “anni in cui, senza fare alcun rumore ma rimanendo discreto fino al limite del silenzio, ci ha amati tutti di un amore che, come diceva monsignor Tonino Bello, è uscire da sé, dare senza chiedere, desiderare la felicità dell’altro”
Donati al vescovo Schillaci un’icona e una croce pettorale, con sopra incisi i volti dei Santi Patroni Pietro e Paolo, “ piccoli segni – ha evidenziato don Pino Angotti – che però hanno la pretesa di voler essere testimonianza del grande affetto che sentiamo di portarle e della nostra gratitudine immensa”. Dal letto dell’ospedale dove si trova da domenica scorsa per un incidente domestico, il vescovo emerito monsignor Vincenzo Rimedio ha raggiunto monsignor Schillaci con un videomessaggio, parlando di “un momento inaspettato per me e per tanti lametini. Monsignor Schillaci ha fatto avvertire nella diocesi lametina un sussulto di spiritualità, sin dalla sua ordinazione episcopale il 6 luglio 2019.” Il vescovo emerito ha parlato del suo successore come “di un uomo spirituale, animato dal senso dell’umano e del trascendente, capace di dare a quanti l’hanno seguito a Lamezia – sono stati un buon numero – e a quanti lo seguiranno nella Diocesi di Nicosia e in Sicilia, orizzonti di senso. Di noi due vescovi qualcuno ha messo in risalto: questi due vescovi si vogliono bene. È stato così e sarà così.” In un telegramma, anche l’arcivescovo emerito monsignor Mario Milano ha salutato il vescovo Schillaci parlando di “anni che hanno lasciato un segno indelebile nella comunità lametina”. Presenti alla celebrazione i rappresentanti delle associazioni ecclesiali di volontariato, la deputazione lametina, il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro insieme alla giunta comunale. “In Monsignor Schillaci la nostra comunità ha scoperto la forza rivoluzionaria di un sorriso e la forza educativa delle parole” – ha detto il sindaco Mascaro a nome di tutti i sindaci della Diocesi ricordando l’ordinazione episcopale di monsignor Schillaci il 6 luglio 2019 – da allora sono trascorsi anni difficili, anni difficili per la comunità e anni difficili per lei. Questa comunità, in questi anni, ha avuto la fortuna di incontrarla e di avere in lei un punto di riferimento. Lei ci ha mostrato la forza rivoluzionaria dell’ascolto”. Saluto al vescovo anche da parte dei rappresentanti della società “Lamezia Europa”.