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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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La denuncia di un 26enne Catanzarese: “licenziato perché gay”

“Licenziato perché gay”. Questa la pesante accusa di Davide Sgro, 26 anni, che, ufficialmente, non ha superato il periodo di prova di tre mesi nel salone di parrucchiere in cui prestava servizio. La giustificazione che gli hanno dato, non convince però giovane catanzarese: “La mia datrice di lavoro, voleva impormi cosa fare nella mia vita privata, sostenendo che la mia omosessualità, il mio modo di atteggiarmi e vestirmi, avrebbero potuto allontanare la clientela. Così – aggiunge – lo scorso 1 aprile sono stato licenziato. Un bel pesce d’aprile. Lei mi ha semplicemente comunicato che non ho superato i tre mesi di prova previsti dal contratto, ma io so che la ragione è la mia omosessualità. Per questo  mi sono rivolto all’ispettorato del lavoro”.

“Ho dichiarato la mia omosessualità – racconta Davide all’Agi – quando avevo 18 anni. I miei non lo hanno accettato. pensavano fossi ammalato e mi hanno praticamente costretto ad andare da uno psicologo ritenendo che fossi stato vittima di violenza. Ma è stato lo stesso terapeuta – continua – a farmi capire che non avevo bisogno di cure semplicemente perché non sono ammalato”. Davide ha avuto un compagno, ma anche lui, spiega, pretendeva di cambiare il suo modo di essere: «Fidanzati sì – racconta – ma non ufficialmente. Ora vivo da solo, a 26 anni faccio la vita di un cinquantenne”.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Davide, noto attivista che si batte per i diritti gay, è stato premiato come eccellenza calabrese a Gioia Tauro, nel Reggino. “Ho il sostegno dell’Arcigay di Reggio Calabria, non mi sento solo, anche se la gente mi guarda in un certo modo se indosso una gonna. Ho anche subito aggressioni denunciate e refertate, ma la giustizia non ha fatto nulla per tutelarmi”.
Il 30 luglio Davide sarà a Reggio per il Pride che si terrà nella città dello Stretto. “I tempi sono cambiati ma molti pregiudizi resistono e resisteranno fino a quando la società non sarà sensibilizzata. Occorre educare al rispetto nelle scuole, perché le famiglie non lo fanno. Non è che uno si alza la mattina e aggredisce un gay. Alla base di tutto c’è una mentalità”. Catanzaro città omofoba? “Non lo penso, io ho subito l’omofobia perché mi espongo, ma ci sono molti catanzaresi gay che non si dichiarano per paura di ripercussioni sul lavoro e sulla vita sociale”.

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