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sabato, 16 Novembre, 2024
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NOMI-Narcotraffico ed estorsioni, blitz della Dda di Milano: Arresti e perquisizioni in tutta Italia

Milano – Quattro arrestati e avviso di chiusura indagine per 27 indagati per reati che vanno dall’associazione di stampo mafioso al narcotraffico, dalle estorsioni alle attività illecite legate al recupero crediti. L’indagine “Medoro” dei carabinieri del Ros coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano riguarda un gruppo ‘ndranghetista facente capo alla famiglia Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia).

Nell’inchiesta sarebbe emersa la figura di un’avvocatessa che, ritenendo di vantare un credito di oltre 40 mila euro nei confronti di un piccolo imprenditore lombardo, si sarebbe rivolta a tre persone contigue a Cosa Nostra, alla ‘Ndrangheta e alla Sacra Corona Unita. In particolare la donna si sarebbe rivolta a un individuo vicino alla nota famiglia di mafia Fontana. L’inchiesta sul “gruppo mafioso” radicato in Lombardia e in particolare nella provincia di Milano è partita nella primavera 2018. Alcuni degli indagati sono legati da vincoli di parentela con esponenti del clan Mancuso di Limbadi.

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Fra i tre arrestati c’è anche Luigi Aquilano, il genero del boss Antonio Mancuso vertice della cosca di Limbadi. E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip milanese Lidia Castellucci che ha disposto il carcere anche per Arturo Garofalo, legato a Cosa Nostra con riferimento ai “cugini” Fontana dell’Acquasanta di Palermo e per Christian Cucumazzo, già detenuto a Siracusa, e ritenuto vicino alla Sacra Corona Unita, con il clan Strisciuglio di Bari, e l’obbligo di firma per Viola Moretti.

E’ emerso un maxi traffico di droga con movimentazioni da quasi 100 kg tra hashish, marijuana e cocaina e una importazione di quasi 2 tonnellate di hashish per un volume di affari di alcune centinaia di migliaia di euro. Poi, le attività di recupero crediti con modalità estorsive e due intimidazioni” per “coartare la volontà dei debitori” – si legge nelle carte dell’inchiesta – ma anche per “costringere gli stessi creditori a sottostare alle
imposizioni ricevute” riguardo ai “compensi” da girare al clan. Recupero crediti che in parte si sarebbe svolto anche alle Baleari, dove “gli indagati hanno esportato il loro know how criminale, offrendo il ‘servizio’ di recupero crediti a imprenditori locali ed espandendosi nel settore della sicurezza dei locali notturni”.

Le tre persone a cui si sarebbe rivolta l’avvocatessa avrebbero posto in essere “pesanti minacce, intimidazioni e appostamenti nei confronti” della vittima, un piccolo imprenditore, per obbligarlo a restituire quei 40mila euro ‘maggiorati’ del compenso per “il loro intervento”.
Sarebbe stato l’esponente del clan di Cosa Nostra dei Fontana a sollecitare l’intervento di “un ‘Mancuso'” e di un altro presunto mafioso vicino alla Sacra Corona. Tre degli indagati sono in carcere. Uno ha l’obbligo di firma.

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