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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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Anaoo Assomed: tanti medici vogliono tornare in Calabria, si diano gli stessi incentivi riservati ai cubani

Non si fermano le polemiche dopo la sottoscrizione dell’accordo siglato dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che prevede il prossimo impiego nelle strutture sanitarie pubbliche regionali di circa 500 medici provenienti da Cuba. Oggi sull’argomento si registra la presa si posizione dell’Anaao Assomed (il sindacato più rappresentativo di medici e dirigenti del SSN) attraverso una lunga e dettagliata nota firmata da Giammaria Liuzzi, Responsabile Nazionale Anaao Giovani e
Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed. Ecco il testo integrale:

“…compito della politica è effettuare scelte senza, però, pretendere di spacciarle come obbligate e prive di alternative. Non possiamo condividere quella del Presidente Occhiuto di ricorrere ai medici cubani soprattutto se afferma, a proposito dei medici in formazione specialistica che la normativa in vigore mette a disposizione, che “Questi giovani non possono essere tutti assunti dalle strutture del sistema sanitario regionale”. Ma stiamo ai fatti e ai numeri.
Il decreto legislativo 145 / 2018, cosiddetto “DL Calabria”, dispone che gli specializzandi, anche quelli calabresi, già dal terzo anno del corso possono essere assunti a tempo determinato per 36 mesi nelle strutture del SSN facenti parte della rete formativa della scuola di specializzazione cui sono iscritti, con automatico passaggio a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specializzazione. Il rapporto governativo 2021 sul coordinamento della finanza pubblica dimostra che, in quell’anno, 971 specializzandi sono stati assunti con il DL Calabria, segno tangibile e inoppugnabile del suo attuale utilizzo e del suo potenziale futuro.

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Il Rettore dell’Università di Catanzaro dovrebbe informare il Presidente Occhiuto che la rete formativa accreditata nel 2021 nella sua Regione comprende 42 strutture con una capillarità a livello di tutte le province. Il che vuol dire che in tali strutture una platea di 686 specializzandi, iscritti al terzo, quarto e quinto anno nell’Università di Catanzaro, può oggi trovare collocazione. Senza contare gli specializzandi, in numero non conosciuto, che svolgono attività professionale in ospedali calabresi facenti parte di una rete formativa di 34 scuole di specializzazione extra-regionali. Certo non copriranno tutti i posti vacanti del SS regionale, ma costituiranno una indubbia boccata di ossigeno per un sistema relegato, da governi di tutti i colori, a cenerentola della sanità italiana fino alla sospensione del diritto alla salute dei suoi abitanti.
Anche l’ulteriore dichiarazione del Presidente Occhiuto “per tanti ospedali è impossibile accedere all’opportunità di assunzione degli specializzandi” è priva di fondamento, considerando che la rete formativa 2022 porterà, verosimilmente, un ulteriore aumento di capillarità, in conseguenza della forte crescita del numero dei contratti di formazione specialistica. Ma soprattutto che: “In tutti i casi in cui la struttura operativa di cui al punto 3 non sia inserita nella rete formativa della sede della scuola di specializzazione cui è iscritto lo specializzando, si applicano le disposizioni di cui all’allegato 1 al D.I. n. 402/2017, per un periodo non superiore a 18 mesi”, come disposto dall’accordo quadro approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.

Siamo di fronte, come è evidente, a una forma di contrattualizzazione possibile sia nelle strutture facenti parte della rete formativa sia in quelle esterne, antitetica rispetto alla somministrazione di lavoro interinale dei medici cubani, peraltro concordata a condizioni invidiabili. Prima di ricorrere a norme estreme, si dovrebbero provare tutte le strade a disposizione, magari coinvolgendo le rappresentanze sindacali di chi è in prima linea. Perchè se è vero che un concorso pubblico richiede 6 mesi, è altrettanto vero che un avviso pubblico per incarichi a tempo determinato si può espletare nel giro di 30 giorni.
Ovviamente, come evidenziato dallo stesso Presidente, i giovani medici di una determinata scuola di specializzazione possono essere assunti solo nella disciplina corrispondente. Non è certo nostra intenzione proporre l’assunzione, ad esempio, di un allergologo come dirigente medico in Chirurgia Generale, ma i numeri mostrano chiaramente un ampio bacino di specializzandi di tutte le branche che oggi possono essere assunti, senza contare quelli che dal 1 novembre 2022 si iscriveranno al 3° anno di corso diventando a loro volta disponibili.

Il fatto è, però, che le Università attuano politiche accademiche che limitano e ritardano le procedure. Non è pensabile che il Rettore dell’Università di Catanzaro non si faccia parte attiva a rimuovere ostacoli e lentezze interne. Nel verbale del giorno 24 febbraio 2022 il Senato Accademico dell’Università di Catanzaro “si riserva di rivalutare di volta in volta gli accordi università-regioni” per la stipula di contratti di specializzazione. Sono pressocchè quotidiane le segnalazioni di medici specializzandi che lamentano ritardi e omissioni nelle procedure di assunzione, denunce cui Anaao risponde con diffide, in molti casi risolutive.
Una ulteriore questione riguarda le attività che possono essere svolte dagli specializzandi una volta assunti. A tutti coloro che definiscono “singolari” e “irricevibili” le proposte di assunzione dei medici specializzandi con il cosiddetto “DL Calabria”, è opportuno ribadire il fondamentale contributo che essi possono dare alla sanità pubblica con la loro assunzione nel SSN.
La tesi per cui possono svolgere solo attività di base, per cui sarebbero in grado di sopperire alle croniche difficoltà della sanità pubblica calabrese solo in minima parte, è confutata dallo stesso accordo quadro recepito dalla Conferenza Stato-Regioni. “Gli specializzandi assunti dalle aziende sanitarie, in virtù della normativa in oggetto e secondo i criteri previsti dal presente accordo, svolgono attività assistenziali coerenti con il livello di competenze e di autonomia raggiunto (…) Il tutor nel corso dell’incarico stabilisce …, le attività assistenziali che lo specializzando può via via svolgere in autonomia”. Ai sensi del D.Lgs 402/ 2017, uno specializzando in Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore, ad esempio, già al terzo anno di corso dovrebbe avere effettuato buona parte delle attività professionali proprie della disciplina previste dal suo piano formativo.

Secondo la Legge 3/2017 della Regione Lombardia, il raggiungimento dell’autonomia operativa e decisionale può essere raggiunto già negli anni 4° e 5°. Lo specializzando assunto mediante DL Calabria ha, quindi, tutte le carte in regola per acquisire le stesse competenze del collega che segue un percorso esclusivamente universitario. Senza contare che dopo l’assunzione lo status giuridico passa da studente a lavoratore dipendente, con le conseguenze del caso per quello che riguarda l’attività professionale.
Insomma, avere nelle corsie degli ospedali calabresi gli specializzandi è preferibile rispetto ai colleghi cubani, il cui utilizzo non appare scevro da intuibili criticità organizzative, sia linguistiche che procedurali, senza contare il problema del riconoscimento dei titoli di studio.
In questi ultimi giorni, diversi colleghi stanno dichiarando apertamente sugli organi di stampa la loro intenzione di lavorare in Calabria. Invitiamo pertanto il Governatore Occhiuto a considerare un piano straordinario per la loro assunzione, anche attraverso l’utilizzo, con fondi regionali, della leva retributiva e degli incentivi già messi a disposizione dei medici cubani.

Solo una condivisione di problemi e soluzioni potrà salvare un sistema sanitario regionale allo stremo, che oggi si regge in piedi solo grazie al lavoro senza sosta del personale medico e dirigente sanitario. I medici calabresi meritano rispetto e gratitudine. Solo un confronto che guardi oltre i provvedimenti estemporanei, può favorire risposte meglio strutturate e più durature a obiettivi comuni. In attesa del contratto nazionale di lavoro a scopo formativo per tutti i medici in formazione specialistica, che anticipi l’età del loro ingresso nel mondo del lavoro, con tutele e riconoscimenti economici commisurati agli atti medici che quotidianamente svolgono”.

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