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giovedì, 31 Ottobre, 2024
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Coldiretti Calabria: “Quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”

Il cibo sintetico sta per entrare nella nostre vite. Negli Stati Uniti si è già cominciato, con l’approvazione ai fini del consumo umano di carne in provetta. Si tratta della prima autorizzazione rilasciata dall’Autorità alimentare statunitense e che rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti, ovvero l’approdo di tali cibi sintetici anche nell’Unione Europea dove già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte le prime richieste di immissione in commercio che coinvolgono Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e Commissione Ue.

Scuole, cittadini, rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, sindaci e amministratori, rappresentanti del mondo delle imprese e della Chiesa e tante altre categorie in Calabria, però, si stanno schierando contro questa “novità”. La petizione promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica, infatti, ha ottenuto oltre il 75% di “NO al cibo Frankenstein”. L’obiettivo è promuovere una legge che ne vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia. Questa “carne” che, inoltre, non salva gli animali, come vorrebbero far credere: viene infatti creata sfruttando i feti delle mucche. Non aiuta, poi, l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali. Infine non è accessibile a tutti e i  prodotti chimici usati, non è garantito siano sicuri per il consumo alimentare.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

“Le bugie sul cibo in provetta confermano – afferma Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – che c’è una precisa strategia che con abili operazioni di marketing che puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Continueremo a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare contrastando con fermezza  quelle poche multinazionali globali che pensano che con i loro miliardi di dollari investiti in disinformazione si possa distruggere il nostro lavoro distintivo e di qualità, mentendo sul danno fatto all’ambiente, biodiversità e cittadini-consumatori.”

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