Reggio Calabria – Durante il processo “‘ndrangheta stragista” che vede imputati, davanti alla Corte d’Assise d’Appello, il boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone (già condannati all’ergastolo per gli omicidi dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo avvenuti nel gennaio 1994), il collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese, durante la sua deposizione, ha fatto i nomi di Silvio Berlusconi e Bettino Craxi sostenendo di aver assistito “personalmente” a un summit avvenuto nel 1978-1979, poco dopo l’omicidio di Aldo Moro, “presso l’agrumeto di tale Peppe Piccolo”. Un incontro, ha aggiunto, dove c’erano i vertici della ‘ndrangheta reggina e in particolare della Piana di Gioia Tauro. Il collaboratore ha così confermato in aula il contenuto del verbale reso nel 2021 davanti al procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo.
“C’era una certa eccitazione – ha detto Bruzzese -. Quello che io riuscivo a capire era l’arrivo di qualche soggetto importante. Vidi arrivare due persone molto distinte che in quel luogo, per come erano vestite, attiravano la mia attenzione. Avevano tutte e due lo stesso soprabito e lo stesso cappello, quel tipo di cappello che indossano i gangster americani, tipo Borsalino. Quindi erano vestiti eleganti, erano vestiti bene. Senonché quello più alto era Bettino Craxi, persona che io avevo già visto e riconosciuto. Gli va incontro Peppe Piromalli. Andando incontro al soggetto più basso gli dice queste parole: ‘Silvio Berlusconi, come stai?’. Praticamente già si conosceva Peppe Piromalli con Silvio Berlusconi e lì gli fu presentato pure Craxi”.
Nel corso dell’interrogatorio, durato un paio d’ore, il collaboratore ha riferito di un altro incontro avvenuto nel laboratorio di piante ornamentali del marchese Fefé Zerbi. Quest’ultimo, stando al racconto di Bruzzese, “si irritò parecchio” perché un soggetto, Franco Pezzano, vide i personaggi che erano con lui: “Per come disse Franco Pezzano che ha aperto la porta della villa di Fefé Zerbi, lì c’era Franco Freda, Paolo Romeo, Giorgio De Stefano e mi pare che fece anche il nome di Delle Chiaie. Io non so chi era questo Stefano Delle Chiaie. Non ho idea di chi fossero queste persone”.
L’interrogatorio del collaboratore di giustizia proseguirà nella prossima udienza fissata per il 5 dicembre davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, presieduto dal giudice Bruno Muscolo. Nella prima parte dell’udienza c’è stato il controesame del collaboratore Marcello Fondacaro che la settimana scorsa aveva parlato di massoneria e politica e aveva fatto i nomi di alcuni politici calabresi legati, negli anni ottanta, al partito socialista. In particolare Fondacaro aveva detto di aver frequentato, all’epoca, la direzione nazionale del Psi e di ricordare che, qualche anno più tardi, in una riunione a Roma prima dello scandalo di mani pulite, sarebbe stata annunciata la decisione di Craxi di proporre Berlusconi, in futuro, come candidato premier. A quella riunione, secondo il pentito, tra gli altri c’erano anche i fratelli Tonino e Pino Gentile di Cosenza. L’audizione di questi ultimi, a riscontro delle dichiarazioni del pentito Fondacaro, è stata chiesta oggi dall’avvocato Guido Contestabile, difensore di Filippone. Richiesta sulla quale la Corte d’Assise d’Appello si è riservata in attesa che possa controdedurre la Procura generale.