L’informativa del ministro dell’Interno alla Camera sulla strage di Cutro dello scorso 26 febbraio non soddisfa l’opposizione. Che rilancia, rinnovando l’invito a Matteo Piantedosi a dimettersi dal ruolo di governo. «Ministro, ci aspettavamo delle scuse. Ma è troppo tardi. Tutto quello che non doveva dire l’ha già detto. Terrete un Consiglio dei ministri a Cutro, ma arriva troppo tardi, dopo il gesto riparatore del presidente Sergio Mattarella». A parlare per il gruppo del Partito democratico è Giuseppe Provenzano. Il deputato critica la ricostruzione di Piantedosi che, a suo dire, si basa su un’inversione logica: «Quei viaggi della speranza non esistono perché esistono gli scafisti, ma esistono perché non ci sono i corridoi umanitari. Lei ha detto che la disperazione non può giustificare quei viaggi che mettono in pericolo i propri figli, quindi la colpa è di chi parte e muore?». Provenzano ricorda la richiesta di dimissioni esposta da Elly Schlein al ministro in commissione Affari costituzionali. «Le abbiamo chiesto di rassegnare le dimissioni perché l’Italia, ministro, non le somiglia. Non vi somiglia. L’Italia sono i cittadini di Cutro, la solidarietà dei calabresi, gli studenti con la fascia al braccio in segno di lutto».
Provenzano sostiene che l’unica cosa che conta è «che quelle vite si potevano salvare». Constatazione fatta dal comandante della Capitaneria di porto di Crotone. Poi, l’accusa: «Il governo deve essere indagato per strage colposa», alza il tono, ricordando che fu Giorgia Meloni a muovere una simile accusa per la strage di Lampedusa, quando Fratelli d’Italia era all’opposizione. «Avete detto che quello di Frontex non era un allarme. Non è vero, il rilevatore termico non lasciava dubbi: la barca era sovraffollata. C’era una situazione di pericolo. Se non ce la facevano le barche della Guardia di Finanza, come poteva farcela una barca di legno? Chi ha impedito l’operazione di soccorso? C’è una domanda a cui deve dare una risposta: chi ha deciso nel corso di quelle sei ore di buco che l’operazione dovesse rimanere un’operazione di polizia sotto la Guardia di Finanza e non un’operazione di soccorso che la Guardia Costiera poteva svolgere con i suoi mezzi?». Provenzano ritiene che si sia trattato di una «scelta politica».
Un’intera direzione politica impressa sul tema dei flussi migratori che, secondo il deputato del Pd, risale all’inizio della scorsa legislatura. «Cosa è cambiato dal 2017, quando la Guardia Costiera era candidata al Nobel per la pace? Che nel 2018 siete arrivati voi, lei come capo di gabinetto del ministro Matteo Salvini. I superstiti del naufragio sono indagati per immigrazione clandestina. È la prassi? No, è la vergogna della legge Bossi-Fini. Vi chiediamo, ministro, di salvaguardare la dignità di quelle persone nel Cara di Crotone. Nel vuoto politico, nell’aridità morale dei vostri pensieri, parole, opere e omissioni, non vi resta che attaccare l’Europa. Lei è diventato motivo di imbarazzo per il governo e per Giorgia Meloni che, oggi, doveva essere qui».
(open.online)