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sabato, 23 Novembre, 2024
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Operazione “Hybris”, Piromalli e Molè “aiutati” anche da un sacerdote ed un componente delle forze dell’ordine

Così come riportato nelle prime ore della mattinata i Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la  DDA, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, hanno 49 soggetti misure cautelari e nello specifico 34 in carcere e 15 agli arresti domiciliari. Associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, danneggiamento seguito da incendio, turbata libertà degli incanti, importazione internazionale di sostanze stupefacenti, sono i capi d’accusa a carico dei soggetti sopra riportati. L’operazione non a caso denominata “Hybris” (orgogliosa presunzione che porta l’uomo a presumere della propria potenza) aveva lo scopo di disarticolare la cosca dominante della Piana.

L’indagine accende un faro sui mesi prima della scarcerazione di Giuseppe Piromalli (dopo circa 20anni di reclusione) dove l’ impegno degli affiliati era di recuperare un fulcro fermo e concorde della cosca segnata da interessi personali come la mancata condivisione degli utili. In questa unità rientra anche il riavvicinamento tra le cosche Piromalli e Molé dopo 15 anni dall’omicidio di Rocco Molé, avvenuto nel 2008, data in cui si azzera il monopolio condiviso tra le due cosche nella Piana. L’intento dei Piromalli – come si avince dalle intercettazioni – è proprio quello di ripristinare la collaborazione con i Molé: è risaputo che l’unione fa la forza. Da qui il controllo del mercato ittico di Gioia Tauro: il primo però a farne le spese fu un peschereccio in un cantiere navale alla Tonnara di Palmi. Era ottobre 2020 quando un incendio distrusse l’imbarcazione: il proprietario non aveva conferito il pescato al mercato ittico di Gioia Tauro così come imposto. L’uomo però cercò protezione dai componenti della cosca Piromalli con tanto di summit in zona neutra ovvero all’interno dell’area cimiteriale del centro più importante della «Piana». Oltre alle misure personali il provvedimento ha riguardato anche il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari utili per espletare le attività criminali per un valore complessivo stimato in circa 1 milione di Euro. Oltre alle misure personali il provvedimento ha riguardato anche il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari utili per espletare le attività criminali, per un valore complessivo stimato in circa 1 milione di Euro.

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E sui fondi agricoli si è concentrato anche il racket: non è stato difficile ricostruire le estorsioni a cui erano sottoposti con cadenza annuale i proprietari agricoli. E c’è di più: è stato dimostrato come le cosche si insinuano ed entrano direttamente nelle attività da loro individuate come è successo ad un imprenditore costretto a stringere un sodalizio con una fabbrica attiva nella zona industriale del porto di Gioia Tauro. Questo oltre a non poter scegliere chi assumere, non poteva neanche metter bocca sul lavoro svolto e il rendimento. La malavita locale avrebbe messo le mani anche sulle aste giudiziarie, terreno ghiotto per immobili e affini, della zona industriale affacciata sul Porto di Gioia Tauro; Come? Alle vendite “all’incanto” ghiotte alle cosche chi poteva parteciparvi veniva scoraggiato in partenza. Le organizzazioni criminali in questione, per cui è stata accerta una ramificazione anche aldilà della sola Calabria, potevano contare su ruoli attivi come un appartenente alle forze dell’ordine per cui è stata ipotizzata una “rivelazione del segreto d’ufficio” in favore degli appartenenti alla cosca Piromalli ed anche “false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria” per cui è chiamato a rispondere un Sacerdote “compiacente” reo di dichiarazioni «di comodo», che gli appartenenti al sodalizio potevano utilizzare per ottenere benefici e misure alternative alle pene.

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