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giovedì, 13 Febbraio, 2025
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Per la prima volta dall’unità d’Italia la natalità è al minimo storico: i nuovi nati sotto i 400mila

Mai tante culle vuote. Nel 2022 la natalità nel nostro Paese ha raggiunto il suo minimo storico. E per la prima volta dall’unità di Italia le nascite sono state al di sotto della soglia di 400mila, fermandosi a 393mila. Mentre la mortalità ha continuato a mantenersi elevata: i decessi sono stati 713mila, 320mila più delle nascite. Con il risultato che ogni 1000 abitanti si sono registrati 7 neonati e 12 morti. A segnalare il nuovo record negativo delle nascite è l’ultimo report dell’Istat sugli indicatori demografici, che fotografa un Paese in cui la popolazione residente continua a diminuire, per effetto di un eccesso di morti sulle nascite, e a invecchiare. E in cui i movimenti migratori interni e per l’estero sono tornati ai livelli pre-pandemia, con più 55mila persone che hanno lasciato il Mezzogiorno per trasferirsi soprattutto nelle regioni del Nord.

Rispetto al 2018, l’ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati. E il numero medio di figli per donna si è ridotto a 1,24. Il rapporto si interroga sulle ragioni e le riconduce solo in parte a una scelta delle coppie, dando invece un peso significativo al progressivo invecchiamento della popolazione femminile: la continua posticipazione dell’esperienza della maternità finisce con il trasformarsi in una definitiva rinuncia.
La regione con la fecondità più alta è il Trentino-Alto Adige con un valore pari a 1,51 figli per donna, seguita da Sicilia e Campania, che però registrano valori molto più bassi, rispettivamente 1,35 e 1,33. In Calabria la media dei figli per donna si attesta all’1.28%. al di sopra della media nazionale. Fanalino di coda la Sardegna che, con un valore pari a 0,95, è per il terzo anno consecutivo l’unica regione con una fecondità al di sotto dell’unità.

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Nonostante l’elevato numero di morti degli ultimi tre anni, oltre 2 milioni e 150mila, di cui il 90% riguardante persone con più di 65 anni, il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito, portando l’età media della popolazione a 46 anni. Gli over 65 sono più di 14 milioni e costituiscono il 24% della popolazione. Il numero dei centenari, che si è triplicato negli ultimi 20 anni, per la prima volta sfiora la soglia di 22mila.

Gli abitanti sono scesi a 58 milioni e 851mila, 179mila in meno del 2021. Un calo che pur essendo inferiore a quello degli anni più acuti della pandemia, non è stato compensato dai movimenti migratori con l’estero, che pure hanno visto per l’Italia un recupero di attrattività con un saldo netto salito a +229mila nel 2022.
I movimenti migratori interni penalizzano il Sud e in particolare la Basilicata e la Calabria, con un saldo negativo nelle due regioni pari al 5,5%, contro una media del 3,4%. Torna anche a crescere il numero degli stranieri: al primo gennaio 2023 sono 5 milioni e 50mila. 20mila in più dell’anno precedente (+3,9%).

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