Quaranta persone sono state sottoposte a ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito dell’operazione “Money delivery” contro due distinte associazioni dedite allo spaccio di cocaina, marijuana, hashish e droghe sintetiche destinate al mercato nazionale, prevalentemente lombardo. Un gruppo agiva in un quartiere di Milano, l’altro in Lombardia e in Nord Europa.
Le indagini della Dda di Milano, che oggi hanno portato a 40 misure cautelari contro due gruppi criminali per traffico di droga, hanno “accertato l’importazione dal Nord Europa di circa 645 kg di cocaina, 240 kg di hashish e 30 kg di ketamina”. Lo spiega in una nota il procuratore di Milano Marcello Viola. Dall’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e di altri reparti delle Fiamme Gialle, è emersa “l’esistenza di due distinte associazioni finalizzate al traffico di cocaina, marijuana, hashish e altre droghe sintetiche, destinate prevalentemente al mercato lombardo: l’una, di carattere sovraordinato, stanziata in Lombardia con proiezione nazionale, si approvvigiona tramite broker internazionali di origine campana di assai rilevanti quantità di stupefacenti importate dall’Olanda, da rivendere ad altri gruppi criminali dislocati in diverse aree del territorio nazionale; l’altra, invece, con base logistica nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro”.
Trentotto persone sono finite in carcere e per due, invece, è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono tutti indagati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Nel corso delle indagini “sono emersi collegamenti con altre indagini condotte dalle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Genova e coordinate a livello nazionale dalla Direzione nazionale antimafia antiterrorismo”.
Questa inchiesta si intreccia con un’altra, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che sempre oggi ha portato complessivamente all’arresto di oltre 108 persone per traffico di stupefacenti, tra cui diversi esponenti della ‘ndrangheta e della Camorra. Tra gli arresti effettuati dai finanzieri lombardi ci sono anche Bartolo Bruzzaniti, che deteneva “storicamente l’esclusiva per la distribuzione” della droga destinata alla ‘ndrangheta in Lombardia, e Raffaele Imperiale, il cosiddetto broker della camorra nonché uno dei più importanti narcotrafficanti del mondo arrestato tempo fa da latitante.
Bruzzaniti, secondo le indagini, avrebbe acquistato i carichi di droga da Imperiale e dall’altro presunto broker Bruno Carbone per rifornire i clan del Milanese. La cosiddetta “associazione lombarda” della droga al centro dell’indagine sarebbe stata composta da molte persone “diretta espressione” della ‘ndrangheta.
Il procuratore ha spiegato che le due distinte associazioni distribuivano la droga prevalentemente nel territorio lombardo, “l’una, di carattere sovraordinato, stanziata in Lombardia con proiezione nazionale, si approvvigiona tramite broker internazionali di origine campana di assai rilevanti quantità di stupefacenti importate dall’Olanda, da rivendere ad altri gruppi criminali dislocati in diverse aree del territorio nazionale; l’altra, invece, con base logistica nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro”.