Dopo oltre due mesi parla l’ex presidente della Reggina Felice Saladini, e lo fa in esclusiva negli studi di Sportitalia, ospite della trasmissione SportitaliaMercato. Il club amaranto, che nella scorsa stagione ha raggiunto all’ultimo respiro i play-off di Serie B, si è visto escludere per inadempienze finanziarie, dal prossimo campionato cadetto. Dopo il ricorso rigettato dal Collegio di Garanzia del CONI, è arrivata anche la sentenza del TAR del Lazio a confermare l’estromissione della squadra. Adesso, le ultime, flebili, speranze della società calabrese sono rivolte al Consiglio di Stato.
Queste le dichiarazioni dell’ex patron Saladini, in diretta sul canale 60: “È una situazione complessa, da comprendere. Ecco perché i tifosi hanno tutte le ragioni del mondo a contestare, perché si trovano davanti una storia, un territorio, non una semplice squadra di calcio. Si trovano davanti ad una situazione complessa. Io ho fatto tutto quello che si doveva fare. Trovarsi a rivolgersi al Consiglio di Stato è una cosa incomprensibile. Ci sono tantissimi che ci sostengono, che sostengono la Reggina, che conoscono la verità dei fatti e che conoscono le leggi dello Stato. Meno di un anno fa, la Reggina era fallita. Io ho salvato la società, che è stata iscritta, con 20 milioni di debiti. Perché l’ho fatto? Perché sono un calabrese, che vuole fare bene per quella regione lì. Anzichè stare a scrivere sui social, volevo farlo e l’ho fatto. In 10 mesi ho messo 15 milioni in questa società. Devo solo dire grazie all’ex presidente Cardona. Non credo ai miracoli, ma alle leggi dello Stato sì. In una sentenza emessa da un tribunale dello Stato Italiano. Ho fatto un accordo con un fondo inglese che poi ha segnalato il dottor Ilari come beneficiario. Il fondo ci ha detto: ‘investiamo nella Reggina’. Abbiamo chiuso l’accordo il 5 di luglio. Il fondo attualmente c’è e, se il 29 va bene, si allargherà la platea di investitori. I dipendenti li paga la Reggina ed oggi la società ha un socio ed un amministratore. Io sono sempre quello che ha convinto Inzaghi a venire a Reggio Calabria. E lo ringrazio per i risultati che ha ottenuto sul campo, raggiungendo i play-off. I 750.000 euro? Ho versato il 20 giugno 5 milioni e quattro. Una legge dello Stato ha consentito alla Reggina di fare una ristrutturazione.
Il TAR ci ha detto, nei comunicati, che le società sportive possono rateizzare i loro debiti. Noi abbiamo una sentenza di omologa del 12 giugno che ci assegna una nuova scadenza per quel debito. La sentenza del 12 giugno ci consente di rateizzare il pagamento. Al Consiglio di Stato adesso vado più fiducioso di prima. L’anno scorso la Reggina con 20 milioni di debito si è iscritta al campionato. Ora la Reggina, con zero debiti, non viene fatta iscrivere al campionato. Ad un certo punto mi sono sentito un parafulmine. Il Consiglio di Stato mi darà ragione, perchè ho rispettato una legge dello Stato. La gente ci sta che sia incazzata. Mi aspettavo che questo sistema potesse premiare un imprenditore italiano che ha investito nel suo Paese. Ho molto rispetto sia di Gravina che di Balata. Ma si poteva sfruttare meglio il coraggio di un imprenditore che ha voluto investire nella sua terra e nel calcio. Io sono ancora protagonista della difesa della Reggina. Non mi sento al capezzale di nessuno. Sono ancora qui. Potevo fare sicuramente meglio e di più. Il motivo per cui ho venduto? Perché sono stato messo in un angolo da questo sistema. L’unica cosa che potevo fare era vendere la società. Sono un tifoso della Reggina ed oggi non posso essere contento. Sono ancora qua e non mollo. Essendo un imprenditore sono ottimista per natura. Se, nel futuro, servirà ancora una mano, io sono sempre disponibile. Ho sempre fatto il bene della mia terra”.