A distanza di sei mesi da una delle più grandi tragedie dell’immigrazione ed esattamente, alle 4,30 del mattino, la stessa ora in cui avvenne la strage, un folto gruppo di persone, che ha accolto l’appello del giornale on line CrotoneNews, si è ritrovato sulla spiaggia di Steccato di Cutro (KR), attorno al relitto del caicco “Summer love” sul quale viaggiavano circa 180 migranti partiti alcuni giorni prima dalla Turchia. IN quella drammatica notte del 26 febbraio scorso morirono 94 persone. Nelle scorse ore per ricordare quelle vittime sono state accese 59 candele rosse in memoria degli adulti periti nel naufragio e 35 candele bianche per i minori, i tanti bambini che hanno perso la vita quel giorno a pochi metri dalla spiaggia
Attorno al relitto di parte della targa con il nome della barca naufragata, sono state poste 59 candele rosse, che rappresentavano gli adulti morti il 26 febbraio, e 35 candele bianche simbolo dei minori deceduti nelle acque a poche decine di metri dalla costa. Prima dell’accensione delle candele sono state spente le luci dei telefoni e dei faretti dei cameraman per sentire, solo in minima parte, le sensazioni provate da chi era a bordo del caicco finito su una secca e poi sballottolato dal mare in tempesta. Sei mesi dopo quel mare era calmo ed il cielo stellato, ma il buio ha fatto comprendere il terrore che hanno provato nella notte gelida di sei mesi le persone che erano a bordo del caicco partito dalla Turchia.
Accanto ad ogni candela ciascuno dei presenti, tra cui anche il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, ha posto il nome di una delle vittime dopo averlo letto ad alta voce. Ramzi Labidi, dell’associazione Sabir (che ha lavorato con i suoi mediatori per sostenere sopravvissuti e familiari delle vittime) ha letto la prima Sura del Corano, mentre l’attore Francesco Pupa ha declamato i versi di una preghiera laica. Poi il silenzio, l’emozione e le lacrime. Qualcuno tra i presenti ha ribadito la necessità di fare chiarezza su quanto accaduto quella notte e sul perché i soccorsi sono arrivati così in ritardo lasciando che il caicco si schiantasse sulla costa cutrese. Alla cerimonia c’era anche Vincenzo Luciano, il pescatore di Steccato che per primo è intervenuto a portare soccorso ma che ha potuto solo tirare fuori dal mare dei cadaveri.
“Era giusto ricordare a sei mesi dalla strage le persone che hanno perso la vita in mare – ha detto il direttore di CrotoneNews, Vincenzo Montalcini -. Lo abbiamo fatto accendendo delle luci per chiedere di fare luce sull’accaduto. Era giusto tornare in maniera simbolica, a quell’orario sulla spiaggia di Steccato di Cutro per rivivere, con il buio, quello che è accaduto il 26 febbraio. Era giusto farlo per alimentare la memoria. Abbiamo aspettato l’alba di una umanità che vuole ritrovarsi perché non vuole rassegnarsi all’orrore che abbiamo visto su questa spiaggia. Orrore che purtroppo si ripete perché quello che è accaduto a Cutro appena sei mesi fa continua a succedere e questo non è normale. Non ci si può abituare ai morti nel Mediterraneo. Dobbiamo impegnarci affinché si costruisca un sistema per evitare queste stragi ed aiutare chi ha difficoltà in mare La gente in mare si salva sempre in qualsiasi modo e con ogni mezzo”.