“Sulla Zona Economica Speciale, il Governo procede a rilento e senza una visione strategica per il rilancio produttivo del Mezzogiorno. La Legge di bilancio, su questa specifica tematica, ha il fiato corto e non assegna la giusta strategicità a uno strumento che rappresenta una via di sviluppo importante per il Mezzogiorno e per il Paese”. Lo afferma, in una nota, Santo Biondo segretario confederale della Uil.
“Si continua a depotenziare la Zes – continua – e con l’accentramento delle competenze a Roma si profila il rischio di una paralisi inaccettabile della sua stessa operatività, ingolfando quella struttura unica che dovrà controllare lo sviluppo dei progetti. Continuiamo a pensare che aver realizzato una Zes unica, a carattere generalista, non sia stata una scelta giusta da parte del Governo, dato che noi consideriamo la Zona Economica Speciale un’importante leva di politica industriale per il Mezzogiorno, se specializzata in alcuni settori strategici e legata al sistema portuale delle regioni del sud del Paese. Il binomio Zes-porti, infatti, – afferma Biondo – può rappresentare un forte attrattore per gli investimenti privati nelle aree retroportuali.
Il rischio che vediamo profilarsi è quello di un ritorno al passato, quando errori imperdonabili di gestione hanno disseminato le aree portuali e retroportuali di capannoni industriali rimasti vuoti e inoperosi”.
Oggi più che mai, invece, sostiene il sindacalista, “è necessaria una politica industriale chiara e obiettivi di sviluppo precisi. L’unico modo per non rendere inefficace la Zes è assicurare continuità agli strumenti di incentivazione e semplificazione esistenti e dare strutturalità ai finanziamenti. Non vorremmo che si stesse operando per perseguire un progressivo svuotamento del progetto Zes. Sarebbe l’ennesimo errore che il Governo, dopo aver pensato a un regionalismo asimmetrico a perequazione zero, compirebbe ai danni della voglia di riscatto di una parte del Paese. Siamo convinti, infine, – conclude – che sia necessario procedere all’istituzione di un osservatorio strategico, legato ai territori, che si occupi di verificare la qualità delle imprese che andranno a godere dei benefici fiscali previsti dalla Zes, che sia in grado di accertare gli impatti occupazioni dei progetti che verranno presentati, che sia capace di verificare l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro e che non dimentichi di vigilare sul rispetto delle norme sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.