La legge di Bilancio va ai tempi supplementari, smentendo gli annunci del governo che puntava a chiudere il dossier prima di Natale. In realtà si scavallerà di sicuro il 25 dicembre e la fiducia dovrebbe arrivare quasi in zona Cesarini: il 29 o 30. L’allungamento dei tempi ha trovato conferma nella riunione di martedì pomeriggio tra Giorgia Meloni e i capigruppo della Camera di Fdi, Fi e Lega per fare il punto della situazione. Solo nel tardo pomeriggio il governo ha presentato il suo ultimo emendamento, quello sui finanziamenti del Ponte sullo Stretto.
Secondo quanto si apprende il governo conferma i costi previsti, ma le spese a carico dello Stato vengono alleggerite di 2,3 miliardi, scendendo a 9,3. Le risorse mancanti vengono recuperate attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione in capo alle regioni: 718 milioni arrivano dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1.600 dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia.
Il testo bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato dispone che la parte mancante rispetto agli 11,63 miliardi di euro previsti nel disegno di legge viene reperita attraverso l’autorizzazione “della spesa di 718 milioni di euro, in ragione di 70 milioni di euro per l’anno 2024, 50 per l’anno 2025, 50 per l’anno 2026, 400 milioni di euro per l’anno 2027 e 148 milioni di euro per l’anno 2028, mediante corrispondente riduzione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, e imputata sulla quota afferente alle amministrazioni centrali” e gli altri 1,6 miliardi “in ragione di 103 milioni di euro per l’anno 2024, 100 milioni per l’anno 2025, 100 milioni per l’anno 2026, 940 milioni di euro per l’anno 2027 e 357 milioni di euro per l’anno 2028 per l’anno 2029, mediante corrispondente riduzione risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027 e imputata sulle risorse indicate per le Regioni Sicilia e Calabria dalla delibera Cipess”.