Catanzaro – “Un arsenale micidiale a disposizione delle cosche di ‘ndrangheta del distretto di Catanzaro”. Nelle parole del procuratore vicario di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, viene espressa tutta la pericolosità dell’organizzazione criminale che la squadra mobile di Catanzaro, coordinata dalla Dda del capoluogo, questa mattina ha disarticolato con l’operazione “Secreta Collis”: 20 i fermi disposti dall’Antimafia nei confronti di un sodalizio che si muoveva su due livelli, un sodalizio da un lato dedito al traffico di droga dall’altro dedito al traffico di armi.
Circa una settantina, tra pistole, fucili, mitragliatori e kalashnikov, le armi sequestrate nel blitz della polizia: armi nascoste dall’organizzazione in bidoni interrati in una zona impervia di Catanzaro, nell’area nord, tra i quartieri di Gagliano e Mater Domini, quartieri che hanno spiegato gli investigato in una conferenza a stampa nei locali della Procura – che “erano nel pieno controllo dei clan”.
Un quadro che per Capomolla delinea “un contesto preoccupante, perchè – ha detto – abbiamo svelato meccanismi collaudati di custodia. Parliamo di armi con potenza micidiale, fino ad armi da guerra”.