Un gruppo di 15 dipendenti della Serravalle Energy, società proprietaria della centrale biomasse di Cutro, nel pomeriggio di martedì 23 aprile è salito sulla ciminiera alta 52 metri dell’impianto in località Termine Grosso. Protestano per il mancato pagamento degli stipendi dal mese di febbraio e per il mancato riconoscimento della cassa integrazione da parte dell’Inps. Presenti anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Crotone ed i carabinieri. Si tratta di una protesta che arriva al culmine di una intricata vicenda iniziata il 4 ottobre 2022 con il sequestro dell’impianto nell’ambito di una operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. A seguito del sequestro l’azienda è stata gestita da amministratori giudiziari, ma ha perso il contributo previsto per le centrali a biomasse dal Gse, gestore del servizio elettrico nazionale, che permette il mantenimento in vita dell’impianto.
La centrale a biomasse di Cutro proprio per questa ragione è ferma dal mese di novembre. Solo di recente, dopo una serie di attività sindacali e legali, il Gse ha sbloccato i contributi e per questo era previsto il riavvio dell’impianto a giugno anche grazie a fondi ministeriali previsti per le aziende poste sotto sequestro. In questa attesa per i 37 dipendenti della centrale è stata fatta richiesta di cassa integrazione. L’amministrazione giudiziaria non avendo liquidità non ha potuto anticipare la cassa integrazione che nel frattempo è stata rifiutata dall’Inps in quanto non ci sarebbero i criteri per il riconoscimento mancando lo stato di crisi.
Infine, l’11 aprile scorso, è arrivato il dissequestro dell’impresa e la restituzione ai proprietari che, però, non è stata ancora ratificata dal Tribunale. Nel pomeriggio di venerdì, quindi, 15 dipendenti sono saliti sul camino fumi della centrale annunciando che scenderanno solo quando avranno la certezza del pagamento degli stipendi arretrati. All’impianto di produzione elettrica sono arrivati anche gli amministratori giudiziari che hanno incontrato i sindacalisti Francesco Gatto della Cgil, Francesco Timpano della Cisl e Vincenzo Celi della Uil. Sul posto è giunto anche il giudice del Tribunale di Catanzaro che sta discutendo della vicenda con gli amministratori e i sindacalisti, mentre dalla ciminiera i lavoratori gridano: è finito il tempo delle chiacchiere.