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martedì, 26 Novembre, 2024
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A 30 anni dalla morte in Calabria del piccolo Nicholas Green donazione organi quadruplicate

Il 29 settembre del 1994 Nicholas Green, 7 anni, venne colpito alla testa da un colpo di pistola mentre era in vacanza in Calabria con i suoi genitori, Reginald e Margaret, che decisero di donare i suoi organi quando, pochi giorni dopo, morì. Quel gesto contribuì ad accrescere la cultura della donazione di organi in Italia. Alla crescita della trapiantologia italiana degli ultimi 30 anni ha contribuito in maniera determinante la legge 91 del 1999 che ha strutturato tutta l’attività nazionale in questo settore a partire dalla creazione del Centro Nazionale Trapianti (CNT). In Italia negli ultimi 30 anni il tasso di donazione degli organi è quadruplicato, passando da 7,9 donatori per milione di abitanti nel 1994 a 28,2 nel 2023. All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù i trapianti di organi sono passati dai 6 del 1994 agli 82 del 2023. Sono alcuni dei dati presentati durante il convegno “Il dono della vita” organizzato dall’Ospedale Bambino Gesù in occasione dei 30 anni dalla morte di Nicholas Green.

IL RICORDO DEI GENITORI DI NICHOLAS GREEN
A 30 anni di distanza da quel tragico 29 settembre, è possibile dire che la scelta dei genitori di Nicholas Green, Reginald e Margaret, di donare gli organi del figlio ha contribuito in maniera determinante a creare in Italia una forte cultura della donazione di organi. «

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Mentre eravamo in viaggio verso l’Italia in quell’ultima vacanza, facemmo un gioco con Nicholas in cui era un soldato dell’antica Roma che tornava a casa dopo molti anni alle frontiere: il Vallo di Adriano, le Alpi, la costa della Normandia, tutti luoghi dove lo avevamo portato – ha raccontato Reginald Green durante il convegno “Il dono della vita” – “Quando arriverai a Roma, sarai trattato come un eroe. Le persone scriveranno poemi su di te”, gli dicemmo. “Ti sarà data una medaglia d’oro”. Era solo un gioco. Ma è diventato realtà. Con questa differenza però: che come per tutti i donatori di organi, Nicholas non ha conquistato con la forza delle armi, ma col potere del cuore. E questo, ovviamente, è molto più forte».

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