C’è anche il commissario straordinario dell’Agenzia delle aree industriali della Calabria, Sergio Riitano, 55 anni Catanzarese, tra le persone finite agli arresti domiciliari a seguito di una vasta inchiesta della Procura della Repubblica di Catania. Nel complesso i provvedimenti restrittivi hanno riguardato, a vario titolo, 15 soggetti: 2 in carcere, 4 agli arresti domiciliari (tra cui il calabrese Giuseppe Paparatto, 55enne di Ricadi (VV)) e 9 destinatari di interdittiva. Indagati, unitamente ad altre 14 persone, per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti (FOI), dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta mediante l’utilizzo di FOI nonché indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. I provvedimenti sono stati eseguiti dai Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, a conclusione di complesse attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica etnea, hanno dato esecuzione, nelle province di Catania, Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese, con il supporto degli omologhi Comandi Provinciali nonché del I Gruppo etneo. Sulla scorta del medesimo provvedimento cautelare, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania hanno eseguito anche il sequestro preventivo di 28 società commerciali coinvolte nella frode fiscale nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili riconducibili ai principali indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro.
Le indagini, svolte anche mediante attività di intercettazione telefonica e ambientale, accertamenti bancari, acquisizioni documentali, escussione di persone informate sui fatti e servizi di osservazione, hanno consentito di smantellare un diffuso sistema di frodi fiscali, realizzato attraverso la creazione di consorzi di imprese con il solo scopo di operare la somministrazione illecita di manodopera a favore delle aziende clienti, celata sotto forma di falsi appalti di servizi. Le investigazioni hanno preso avvio a seguito dello svolgimento di una serie di controlli fiscali, che avrebbero fatto emergere i segnali di un fenomeno illecito organizzato e particolarmente diffuso, specie tra le imprese operanti nel settore turistico-alberghiero di Sicilia, Calabria e Lazio, dannoso sia per l’Erario, a causa dell’ingente evasione di imposte (dirette e IVA) e contributi previdenziali, sia per le aziende che operano lecitamente sul mercato, meno concorrenziali rispetto a quelle che si sarebbero avvantaggiate della frode, in grado di praticare tariffe più convenienti in virtù dei conseguenti più elevati margini di guadagno.
Nella rete dei collaboratori esterni figurano: Sergio Riitano, responsabile e referente della rete commerciale in Calabria e nel Lazio, Giuseppe Paparatto, referente di alcune strutture ricettizie operanti in Calabria, nelle vesti di imprenditore, professionista, consulente del lavoro e depositario delle scritture contabili di società clienti dei consorzi Logatrans e In&Out nonché procacciatore di clienti per questi ultimi. Paparatto avrebbe operato in collaborazione con Mariangela Granvillano e Simonetta Massimi, entrambe nel ruolo di addette alla gestione dei clienti e appaltanti, degli adempimenti normativi riguardanti i lavoratori in carico alle consorziate affidatarie e dell’interlocuzione e gestione dei prestanome posti a capo dei consorzi e delle consorziate come legali rappresentanti. Gli altri collaboratori di Paladino e Sanfilippo farebbero parte di una serie di personaggi fedeli, pronti ad assumere il ruolo di amministratore di diritto delle diverse società via via costituite, facendo da paravento all’attività da loro svolta ed informandoli anche nei casi di avvio di ispezioni da parte della guardia di finanza.
Tra questi figurano gli indagati: Angelo Portale, Angela Di Prima, Caterina La Ferlita, Domenico Francesco Strano, Maria Salvo, Adriana Mercorillo, Gianluca Tagliaferro, Cinzia Gianformaggio e Monica Lo Savio Pagano. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania ha diposto la custodia in carcere per i promotori dell’organizzazione Antonio Paladino e Gaetano Sanfilippo, già destinatari di una analoga misura cautelare eseguita nel 2020 dopo alcune indagini per frode fiscale condotte sempre dalle fiamme gialle etnee nell’ambito dell’operazione “Fake credits”. gli arresti domiciliari per gli altri 4 partecipi all’associazione a delinquere ( Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Granvillano, Msssimi, Paparatto e Riitano e il divieto per un anno di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per altri 9 indagati, ritenuti i più stretti collaboratori dei due promotori. Sono poi state sequestrate 28 società, utilizzate per realizzare il sistema di frode, insieme alle varie disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro. I rappresentanti legali delle “aziende clienti” sono stati sottoposti ad una approfondita perquisizione, estesa anche alle apparecchiature informatiche, perchè sono accusati di aver usufruito maggiormente dell’utilizzo di manodopera con questo sistema illegale.
Questa mattina riunione straordinaria della Giunta regionale che ha stabilito la sostituzione di Riitano con Sergio De Felice, che è anche commissario liquidatore di Afor e dei Consorzi di bonifica.