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mercoledì, 11 Dicembre, 2024
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“Febbre del Congo”, rassicurazioni dall’Asp di Cosenza: La 24enne è stata ricoverata un solo giorno

“La situazione è sotto controllo. La giovane è tornata in Italia ed ha avuto il buon senso di ricorrere alle cure ospedaliere visto che aveva avuto i primi sintomi già in Congo con una sospetta malaria diagnostica”. Lo ha detto, escludendo possibilità di contagio, il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza Martino Rizzo, in relazione alla 24enne rientrata a fine novembre dal Congo, dove era in missione umanitaria, con sintomi assimilabili a quelli della cosiddetta “febbre del Congo”. “Una volta rientrata in Italia – ha aggiunto Rizzo – probabilmente anche informata da notizie di stampa di questa possibile diffusione di un nuovo virus si è rivolta giustamente all’ospedale. E’ stata ricoverata un giorno. Dopo i primi accertamenti la sintomatologia è scomparsa per cui è stata dimessa. Adesso sta bene e non ha alcuna alcun problema. Ovviamente gli accertamenti di verifica sono stati spediti all’Istituto superiore di sanità e aspettiamo la conferma di questa sospetta diagnosi”.

“Non c’è più il rischio contagio – ha detto ancora il medico – perché il ricovero è stato alla fine del mese di novembre e questa patologia si trasmette essenzialmente attraverso le secrezioni e attraverso il morso di qualche animaletto, la zecca in particolare, e quindi diciamo che la trasmissione non è interumana se non attraverso contatti stretti e queste cose così. Non c’è più la trasmissione anche perché il periodo di incubazione è di 9 giorni e quindi diciamo che a questo punto avrebbero dovuto esserci altri casi che non ci sono”.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

“Qualora i risultati fossero positivi – ha concluso Rizzo – non succede assolutamente niente perché il caso resta isolato e sono casi di importazione per cui ovviamente quando si va in alcuni Paesi bisogna andare preparati con misure di prevenzione particolari facendo alcune vaccinazioni consigliate e bisogna tornare sempre col dubbio che qualche virus che da noi ancora non c’è ma che li è abbastanza diffuso possa colpirci. Quindi bisogna stare attenti nei primi 7 giorni dal rientro da questi paesi”.
(Ansa)

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