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domenica, 19 Gennaio, 2025
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Sanremo 2025, Lucio Corsi: “Sono tranquillo, era il momento giusto per provarci”

(Adnkronos) – Dopo un periodo di intensa riflessione personale, Lucio Corsi ha deciso di mettersi alla prova. Il giovane cantautore toscano calcherà per la prima volta il palco di Sanremo 2025, in gara tra i 30 big, con il brano ‘Volevo essere un duro’.  
“Era il momento giusto per provarci”, dichiara l’artista nato a Grosseto e cresciuto a Vetulonia, classe 1993. Tra riflessioni e aneddoti divertenti, Corsi è un vulcano in piena: un'energia travolgente che accresce la curiosità e l'attesa di vederlo esibirsi sul palco dell'Ariston. L'annuncio del suo nome in gara da parte di Carlo Conti ha focalizzato l'attenzione sulla sua arte, destando la curiosità di media e appassionati, soprattutto per la sorprendente coincidenza che lo vede tra i protagonisti della terza stagione di ‘Vita da Carlo’, dove lui – interpretando se stesso – viene selezionato per il festival da un immaginario direttore artistico, Carlo Verdone. “Ma la decisione di provare a partecipare al vero Sanremo è arrivata dopo”, ammette Corsi che per Verdone spende parole di affetto e ammirazione: “Lui è un vero bluesman”.  E sulle aspettative che si sono create su di lui all’Adnkronos risponde: “Mi fa piacere, sono tranquillo, faccio il mio e secondo me quello che devo è questo: fare i concerti, suonare una canzone a cui tengo e voglio farla bene, con il piano, la chitarra, cantare e poi partire in tour. Questo è l'obiettivo: stare in tour il più possibile. Io voglio esser felice di quello che ho fatto senza pensare alle aspettative”. Corsi si racconta durante un incontro stampa in una trattoria a Milano dove il cantautore si rifugia quando è lontano dalla sua amata Maremma: “Il ristorante come luogo di passaggio e di incontro, come quello che negli anni 50 ha aperto mia nonna (e che la famiglia ancora gestisce, ndr). Qui ho trovato uno spazio che mi fa stare bene, ci sono persone con i piedi per terra ed è quello che mi serve”.  Nelle canzoni, invece, “mi piace andare altrove e fuggire dal mondo che ci circonda; un brano che mi racconta la realtà mi annoia mortalmente. Nella vita di tutti i giorni però penso che sia importante stare con i piedi per terra. Mi serve per poi fuggire nelle canzoni”. E adesso Corsi si prepara per una nuova avventura: “Sanremo? Sono curioso. La lotta interiore nel dire faccio un tentativo o no è un classico di tanti musicisti. Ci sono tanti artisti che amo che non ci sono mai andati, come Battiato e Conte e altri invece sì, penso a Ivan Graziani, Vasco e Rino Gaetano”. Alla fine quest’anno Corsi si è deciso: “C’erano un po’ di coincidenze, la serie di Verdone, i tanti Carlo intorno a me, un album in uscita… Insomma, ci sono state tante cose che mi hanno fatto pensare che questo era il momento giusto”.  
Sanremo però non è una passeggiata: “E' facile farsi male e ci volevo arrivare con un tot di esperienza nel fare musica: una base solida su cui poter contare in ogni caso. Sono curioso dell’esperienza ma voglio viverla come un concerto”. Anche perché, per lui la musica “non è competizione. Le gare non mi piacciono in musica, per quelle seguo le motociclette". E sulla canzone da portare sul palco dell’Ariston Corsi non ha dubbi: “Il brano va scelto e non scritto appositamente per il festival. La canzone si ribella se viene scritta per adattarla a un contenitore”.  ‘Volevo essere un duro’, invece, spiega Corsi, “è stata scritta un anno e mezzo fa e sarebbe stata comunque uno dei singoli del disco. Dopo ‘Tu sei il Mattino’, sarebbe arrivata ‘Volevo essere un duro’, questo mi è bastato per pensare fosse la canzone giusta per il festival. Il brano è una ballata, una forma di canzone a cui tengo molto e che ci consente di usare le parole nel giusto spazio”. 
Nel brano l'artista riflette su come "sia normale diventare altro rispetto a ciò che si sognava e che il mondo ci vorrebbe infallibili, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori. La verità è che siamo su un equilibrio che è precario e bisogna accettarlo”. E rivela: “Da piccolo sognavo di essere un paleontologo, cercavo le larve di Cetonia e a 10 anni ho scritto anche una canzone: ‘L’inno della larva’. E poi volevo fare il disegnatore di auto”. E il cantante? “L’ho deciso dopo aver visto ‘The Blues Brothers’: in quel film c’è tutta la musica più bella. Volevo essere come loro: un supereroe”.  Sulla serata cover Corsi non può dire molto, solo che “sarà un duetto con un ospite fuori dalla gara. Sarà una canzone italiana del passato ma che va dove gli pare, anche nel futuro”. E nel presente, Corsi si tiene lontano dalle polemiche sul ‘caso Tony Effe’ e sui testi di alcune sue canzoni, e preferisce glissare: “A me i temi caldi mi scottano la lingua, preferisco i semifreddi ingeribili in maniera facile. Mi piace parlare di Dylan che passa all’elettrico”, scherza Corsi facendo riferimento alla clamorosa svolta di Bob Dylan che nel 1965 iniziò a suonare la chitarra elettrica. Sul look sanremese: “Faccio da solo anche perché non mi trovo bene quando ho a che fare con stylist. Della moda non me ne frega niente, mi interessa solo in relazione alla musica”.  Dopo Sanremo i progetti futuri per Lucio sono chiari: “A marzo esce il disco dove ho cercato il cambiamento nelle parti testuali, è meno rock and roll dell’album precedente”, inoltre “qui racconto gli esseri umani in maniera più diretta, prima lo facevo attraverso gli animali, il vento, il mare. In questo disco, invece, ho ‘cambiato rotta’ pur volando qua e là con la fantasia. Amo chi riesce a fare questo in maniera magistrale tipo Conte, Dalla, Ivan Graziani perciò ho detto voglio imparare da loro in questo”.  
E poi ad aprile ripartono i concerti e l’effetto Sanremo già si vede. La data di Roma, prevista per il 18 aprile a Largo Venue, alla luce del grande riscontro da parte del pubblico, è stata spostata all’Atlantico. Ma si parte il 13 aprile dall’Estragon di Bologna, per poi proseguire il 15 aprile al Teatro Concordia di Venaria Reale (To), il 16 aprile al Teatro Cartiere Carrara di Firenze, il 18 aprile a Roma, il 23 aprile alla Casa Della Musica di Napoli, il 28 aprile all’Hall di Padova e il 29 aprile all'Alcatraz di Milano. “Il mio sogno è stare in tour tutta la vita come Dylan con la chitarra, il piano e l’armonica in tasca. Girare tutta l’Italia condividendo il palco con gli amici di una vita. In tour mi sento a casa”. E poi il ritorno alla Maremma (“Il mio obiettivo è tornare il più possibile giù in pianta stabile”, dice), alla ricerca del silenzio necessario per la sua creatività. di Loredana Errico
 —[email protected] (Web Info)

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