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giovedì, 6 Febbraio, 2025
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Rimini, proventi dei furti investiti in droga: 26 arresti, tra loro anche un carabiniere di Catanzaro

Ventisei persone sono state arrestate – per altre 12 è previsto l’interrogatorio preventivo prima dell’esecuzione del provvedimento – nell’ambito di una vasta operazione antidroga condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Rimini in tutta Italia. Oltre 200 i militari impegnati stamattina nell’esecuzione del provvedimento cautelare emesso dalla gip Raffaella Ceccarelli su richiesta del sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani. Durante le indagini sono stati individuati due distinti gruppi attivi nel traffico di quantità ingenti di stupefacenti e in furti in abitazione. Individuati anche gli autori di una rapina fatta in Riviera.

Tra gli arrestati vi è anche un carabiniere in servizio nella provincia di Rimini, accusato di aver organizzato una rapina ai danni di un conoscente. L’uomo, insieme alla moglie e ad altri tre complici albanesi, avrebbe fornito informazioni sugli spostamenti della vittima per facilitare l’aggressione e il furto di un orologio di grande valore. Il militare era stato attentamente monitorato durante l’indagine per evitare che potesse abusare della sua posizione. I suoi complici albanesi lo chiamavano ‘il maresciallo’. Il ruolo del carabiniere, 60 anni originario di Catanzaro, in servizio al comando provinciale di Rimini, sarebbe emerso nel corso delle intercettazioni di cinque soggetti in ordine a una rapina portata a segno la scorsa estate a Rimini. La vittima, un residente riminese, facendo rientro a casa la sera del 4 agosto, era stato avvicinato da due giovani che, travisati con passamontagna, lo avevano aggredito sottraendogli un orologio di pregio del valore di almeno 45mila euro. A conclusione di complesse indagini, sono stati identificati i complici: un terzo cittadino albanese, il carabiniere e la moglie.

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Secondo le indagini proprio il carabiniere con la moglie avevano organizzato la rapina in danno di un amico col quale l’appuntato aveva trascorso la serata. Mentre era col conoscente il carabiniere informava gli albanesi degli spostamenti fornendo i dettagli necessari sulla vittima. Il militare, per l’intera durata delle indagini, è stato attentamente monitorato dagli organi investigativi dell’Arma per accertarsi che non ponesse in essere nuove condotte criminali o potesse trarre vantaggi dalla sua posizione di appartenente alle forze di polizia. I presunti autori del fatto sono stati tutti ristretti in carcere, così come un sesto cittadino albanese che dovrà rispondere del reato di riciclaggio, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

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