Si è conclusa oggi, nella sede della Cittadella regionale, la VII edizione dell’Ecoforum regionale, un appuntamento ormai consolidato promosso da Legambiente Calabria e Comuni Ricicloni Calabria, in collaborazione con CONAI, UNIRIMA e altri partner strategici. L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra istituzioni, esperti del settore, aziende impegnate nella gestione dei rifiuti e amministratori locali, con l’obiettivo di analizzare lo stato della raccolta differenziata nella regione, attraverso i nuovi dati del Dossier Comuni Ricicloni di Legambiente, e tracciare un percorso concreto verso un modello di economia circolare più efficiente e sostenibile. In apertura dei lavori, la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, ha voluto esprimere il proprio cordoglio al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per il recente e tragico accadimento che ha colpito la sua famiglia. La Regione è stata rappresentata all’evento dall’Assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese e dal Dirigente Ing. Salvatore Siviglia. Presenti, inoltre, l’ing. Vincenzo De Matteis, dirigente Area Servizio di gestione rifiuti urbani di Arrical; il Prof. Michelangelo Iannone Direttore generale Arpacal, Luca Piatto per Conai e Francesco Sicilia per Unirima.
I dati del Dossier Comuni ricicloni Calabria – Uno dei momenti centrali dell’evento è stata la presentazione del dossier “Comuni Ricicloni Calabria” alla presenza di Laura Brambilla, responsabile nazionale di “Comuni Ricicloni” e di Emilio Bianco, coordinatore EcoForum regionali di Legambiente. Il dossier ha evidenziato una crescita lenta della raccolta differenziata nella regione: tra il 2022 e il 2023 si è registrato, in base ai dati Ispra, un incremento dello 0,2%, passando dal 54,6% al 54,8%. Mentre alcuni comuni virtuosi, come Soveria Simeri, Gimigliano e Sellia in provincia di Catanzaro, hanno raggiunto percentuali vicine al 90%, Casali del Manco, Carolei e Frascineto in provincia di Cosenza hanno sfiorato l’85%, e Mongiana e Dasà, in provincia di Vibo Valentia hanno superato il 75%, molte altre realtà segnano percentuali di raccolta differenziata estremamente bassi. Un dato particolarmente critico riguarda le città capoluogo di provincia: Crotone registra solo il 27% di raccolta differenziata, Reggio Calabria il 40,3%, mentre il capoluogo più virtuoso si conferma Vibo Valentia con il 69,6% seguito da Catanzaro con il 69,4%. La situazione risulta ulteriormente evidente anche dall’analisi dei dati provenienti dalle aree protette: sui 118 comuni che insistono nei parchi nazionali del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte e nel Parco regionale delle Serre, soltanto 11 risultano essere comuni rifiuti free. Dati che ci restituiscono anche la cartolina regionale, la Calabria infatti è all’ultimo posto nella classifica nazionale. La Calabria, nel contesto nazionale, rimane la regione con il tasso più basso di raccolta differenziata, ben distante dagli obiettivi di riciclaggio imposti dall’Unione Europea per il 2025, che prevedono il 55% per i rifiuti domestici e il 65% per gli imballaggi.
L’appello di Legambiente: impianti e politiche più ambiziose –“La Calabria necessita di una svolta netta. – ha dichiarato Parretta – A livello nazionale il nostro Paese è leader europeo nel riciclo considerando sia i rifiuti urbani che speciali. In Calabria servono impianti moderni per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, infrastrutture efficienti e politiche più incisive per colmare il gap con il resto d’Italia”. Durante l’evento, si è discusso anche della necessità di velocizzare gli investimenti previsti dal PNRR per la realizzazione di nuovi impianti e per lo sviluppo dell’economia circolare con un focus, oggetto degli interventi della Regione e di Arrical, sulle opere ed attività in corso in Calabria per il miglioramento del ciclo di gestione dei rifiuti. Parallelamente, è stato ribadito quanto sia essenziale lavorare sulla riduzione dei rifiuti alla fonte, incentivare il riuso e promuovere una cultura del riciclo che veda la partecipazione attiva dei cittadini. Le amministrazioni locali, insieme alle forze dell’ordine e alla magistratura, devono intensificare la lotta alle discariche abusive, che continuano a deturpare il territorio calabrese. In questo contesto, la transizione ecologica rappresenta anche una grande opportunità per il mondo del lavoro. Secondo il rapporto GreenItaly 2024, i nuovi contratti attivati nelle filiere dell’economia verde in Italia nel 2023 sono stati quasi 2 milioni, pari al 34,8% del totale. La Calabria, pur segnando una crescita, emblematica delle potenzialità del settore, resta nelle ultime posizioni con un tasso dell’11,4% ed oltre 61.000 occupati. L’Ecoforum è stata anche un’occasione importante per ascoltare, in un’ottica di confronto, dalla voce diretta dei numerosi sindaci dei comuni calabresi presenti in sala sia le difficoltà ed esigenze sia gli esempi e le modalità virtuose nella gestione sostenibile dei rifiuti dimostrando che in Calabria è possibile migliorare ed eccellere. Legambiente ha premiato le Amministrazioni virtuose, i cosidetti “Comuni rifiuti free” che oltre all’alta percentuale di raccolta differenziata, hanno raggiunto anche una produzione annuale di secco residuo inferiore a 75 kg pro- capite. Tra i primi in classifica sulla base di tali parametri i comuni di Sellia, Soveria Simeri e Gimigliano, in provincia di Catanzaro, Lattarico, Cleto e Casali del Manco, in provincia di Cosenza, Zungri, Mongiana e Acquaro, in provincia di Vibo Valentia. Menzione speciale è stata data a sei comuni costieri con raccolta differenziata superiore al 75%, in testa Montegiordano con l’87,2%.
«La gestione dei rifiuti in Calabria necessita di un deciso miglioramento» afferma Fabio Costarella, vicedirettore CONAI. «I progressi complessivi restano lenti, e il dato preoccupante è che nel 2023 i principali Comuni capoluogo hanno registrato un calo nelle percentuali di raccolta differenziata rispetto all’anno precedente. Reggio Calabria e Crotone sono ancora in forte ritardo, ma anche Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia mostrano una flessione. È evidente che, se le città principali faticano o arretrano, diventa difficile per l’intera Regione avanzare. Permangono forti divari tra molte aree del Sud e il Nord Italia, dove è stato sviluppato un solido ciclo industriale per la valorizzazione dei rifiuti. Serve un impegno maggiore sia a livello regionale che comunale per invertire la tendenza e contribuire agli obiettivi nazionali: l’Italia resta un punto di riferimento in Europa per il riciclo degli imballaggi, ma è fondamentale che ogni territorio faccia la propria parte, soprattutto in vista dei nuovi target europei, sempre più ambiziosi».