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lunedì, 10 Marzo, 2025
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Conferenza nazionale sui beni confiscati, Regione Calabria investe 45 milioni

Un investimento di oltre 45 milioni per la restituzione dei beni confiscati alla collettività, per finalità sociali e istituzionali, attraverso azioni di recupero sistematiche e strutturate sul territorio, per garantire la gestione del bene. E’ una delle finalità del Piano di settore della Regione Calabria – approvato con deliberazione di Giunta – per la valorizzazione e la gestione dei beni confiscati: il piano è stato al centro dell’attenzione nella seconda Conferenza nazionale sui beni confiscati in corso a Catanzaro, alla presenza dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, del sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, del vicepresidente della Regione, con delega ai beni confiscati, Filippo Pietropaolo, e di rappresentanti anche di altre Regioni.

Il Piano della Calabria si attua attraverso due Azioni, la 4.3.2: «Altre infrastrutture sociali che contribuiscono all’inclusione sociale nella comunità», che ha una dotazione finanziaria di euro 17.352.718,00, e la 4.h.2: «Promuovere l’innovazione sociale, per lo sviluppo di nuovi servizi di welfare e sostenere l’imprenditorialità sociale», finanziata con risorse peri a euro 16.278.558,02 del programma regionale Calabria Fesr Fse+ 2021/2027, nonchè dall’accordo di coesione Fsc 21/27 per 13.594.000,00.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

A parlare del regionale il presidente della Giunta Roberto Occhiuto: «Abbiamo previsto anche delle procedure che rendono più semplice questo utilizzo perché spesso molte di queste attività sono state frenate da un eccesso di burocrazia: forme di semplificazione che stanno dando buoni risultati. Secondo Occhiuto però c’è un altro ambito nel quale «invece lo Stato ha fallito e continua a fallire» ed è quello che riguarda le aziende confiscate alla mafia. «Non può accadere – ha detto il presidente della Regione – che, in una regione dove lo Stato vuole essere più forte dei poteri criminali, ci sia un’azienda confiscata alla ‘ndrangheta che lo Stato fa fallire perché alimenta il danno antropologico. Stiamo immaginando, ed è importante che ci sia il contributo anche da parte del governo nazionale, di investire anche risorse pubbliche. Abbiamo una finanziaria regionale, vorremmo costruire una società veicolo magari con una white list di imprese regionali e nazionali che – ha rilevato Occhiuto – possono gestire i centri turistici che altrimenti rischierebbero di diventare cattedrali nel deserto».

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